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Lo zoo di vetro ···· Lo zoo di vetro ···· Hot

Lo zoo di vetro ····

Zoo di vetro
Lo zoo di vetro

Inizia nel segno del teatro di qualità la stagione del Teatro Garage, con la nuova produzione della Compagnia Jurji Ferrini, nell’ambito del Progetto U.R.T. Il giovane e talentuoso attore e regista di scuola genovese torna quest’anno a calcare i palcoscenici dei teatri di Genova in ben due occasioni: prima con questo suo personale adattamento di Lo zoo di vetro di Tennessee Williams, quindi al Teatro Duse, dove reciterà a marzo in La commedia dell’amore – Jack e Jill di Jane Martin. Quella del Teatro Garage è stata l'anteprima nazionale dello Zoo di vetro, o meglio, la sua “prova generale”, come l’ha definita lo stesso Ferrini prima dello spettacolo, ma non per questo la riuscita è risultata penalizzata.

Tennessee Williams scrisse lo Zoo di vetro nel 1944, ma lo ambientò negli anni della recessione economica degli Stati Uniti e vi rappresentò le vicende di una famiglia allo sfacelo, in cui il padre ha abbandonato la moglie e i due figli, impegnati nel costante tentativo di mantenere saldi legami, che, in realtà, sono profondamente instabili. Ferrini ha realizzato una rilettura personale del testo, in cui Tom, il figlio, rivive la storia della propria famiglia a distanza di tempo, osservando da spettatore gli avvenimenti che hanno luogo sulla scena. Si tratta di una rappresentazione affidata, quindi, ai ricordi, che si fondono con la musica di quegli anni, a delineare lo sfondo sociale del dramma. Benché non si presentino drammatici contrasti o profonde lacerazioni, il pubblico si trova di fronte a una tragedia, in cui si rappresenta la complessità e la fragilità dell’animo umano nel quotidiano, nella vita di tante famiglie, allora, come oggi. Così assistiamo alle vicende di una madre, Amanda, che cerca in ogni modo d’inserire nella società la giovane figlia zoppa e disadattata (Laura), la quale trascorre le proprie giornate a prendersi cura di uno zoo di vetro; osserviamo un figlio, Tom, amante della poesia, costantemente insoddisfatto e costretto a reprimere il proprio istinto per l’avventura lavorando in un magazzino, fino a quando non decide di fuggire, come il padre, e s’imbarca nella Marina Mercantile; infine conosciamo un vecchio compagno di scuola e amico di Tom, Jim, di cui Laura è sempre stata segretamente innamorata. Jim illude la giovane, svelandole la propria attrazione per lei in quanto diversa, come l’unicorno dei suoi animaletti di vetro, e strappandola per un attimo da quel mondo immaginario, ma poi tutto si ridimensiona quando l’uomo abbandona la ragazza, causando l’ennesimo dramma familiare. Nella sua semplicità stilistica, il teatro di Ferrini, come sempre, arriva, toccando nel profondo l’animo degli spettatori, pur senza far ricorso a evidenti artifici scenici o interpretativi: in un palco quasi spoglio, l’esito dello spettacolo è affidato esclusivamente alla recitazione degli attori e ad alcune mirate scelte registiche. A dimostrazione di questo sia il fatto che lo stesso Juri Ferrini interpreta tre ruoli (quello di Tom marinaio che ricorda il passato, quello del protagonista giovane magazziniere e quello dell’amico Jim), senza cambiare costumi, ma dando l’illusione della diversità solo grazie a un attento uso della recitazione. Questo aspetto e la trasparenza “vitrea” dei protagonisti, che ostentano con sincerità anche le emozioni più nascoste, conferiscono allo spettacolo di Ferrini la prerogativa di coinvolgere il pubblico, commuovendolo. Bravissimi i tre attori: Ferrini è accompagnato sulla scena dall’eccentrica e ossessiva madre interpretata da Alessandra Fabretti e dall’impacciata e fragile sorella della giovane e talentuosa Aurora Peres.

valutazione: 1 2 3 4 5

Testo: Tenessee Williams Traduzione: Gerardo Guerrieri Regia e ideazione scenica: Jurij Ferrini Interpreti: Jurij Ferrini, Alessandra Fabretti, Aurora Peres Produzione: Progetto U.R.T., Compagnia Jurij Ferrini

http://www.teatrogarage.it/
http://www.progettourt.it/

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