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Se una sera d’estate Mangiafoco incontra Re Lear… ovvero i Cattivi a Teatro ··· Se una sera d’estate Mangiafoco incontra Re Lear… ovvero i Cattivi a Teatro ··· Hot

Se una sera d’estate Mangiafoco incontra Re Lear… ovvero i Cattivi a Teatro ···

Se una sera d’estate Mangiafoco....
Se una sera d’estate Mangiafoco...

Come ogni anno, la stagione estiva offre al Teatro della Tosse la possibilità di abbandonare le sale di Sant’Agostino e di proporre rappresentazioni di propria produzione presso i parchi, i borghi, le fortezze o altre strutture storicamente e architettonicamente interessanti della Liguria. Il “teatro fuori dal teatro” è una tradizione consolidata della Tosse, che ha appassionato genovesi e non fin dagli anni ’80. In questa formula, il pubblico segue con passione spettacoli presentati in scenari suggestivi e ben distanti da quelli delle sale teatrali. Quella proposta dalla Tosse è insomma un’esperienza di teatro diversa, che costituisce una valida alternativa per le serate estive e che è stata seguita da molti, tanto che la programmazione teatrale nella bella stagione si è arricchita di spettacoli all’aperto o itineranti, caratterizzati dalla medesima filosofia. La struttura della messinscena è sempre la stessa: il pubblico segue un percorso prestabilito, in cui incontra gli attori che interpretano scene diverse, ma tutte riconducibili ad un unico filo conduttore. Quest’anno il Teatro della Tosse tornerà ai Parchi di Nervi e ad Apricale, con alcune rappresentazioni già proposte con successo gli anni scorsi.

A Nervi è attualmente in scena Se una sera d’estate Mangiafoco incontra Re Lear… ovvero i Cattivi a Teatro, spettacolo già presentato proprio qui l’anno scorso in prima nazionale. La rappresentazione non è altro che una rassegna dei personaggi “cattivi” della letteratura, non solo teatrale. Cesare Lombroso, fondatore della moderna criminologia e dei suoi legami con la fisiognomica, introduce il tema agli spettatori, attraverso un’analisi dei protagonisti dell’Otello di Verdi, opera lirica tratta dalla tragedia shakespeariana, costellata di personaggi malvagi, per nascita o per scelta. Gli spettatori, divisi in gruppi, sono poi chiamati a giudicare le figure di cattivi illustri che incontrano disseminati nel parco, in un percorso che prevede diverse tappe per altrettante storie: ecco quindi il Tenero Giacomo, morbosamente ordinato e composto, che si rivela essere una delle figure di serial killer più efferate, ovvero Jack Lo Squartatore; lo shakespeariano Shylock del Mercante di Venezia; Medea (qui in realtà abbastanza debole rispetto al personaggio euripideo), che, rapita dall’amore per il marito fedifrago, si vede costretta ad uccidere i propri figli per vendetta; l’infido Ser Ciapelletto del Boccaccio, che pur in fin di vita inganna il frate che lo confessa, mentendogli e riuscendo così ad ottenere la santità; Mefistofele, che invita lo spettatore a firmare un contratto provato con cui gli concede la propria anima; Mangiafuoco, dal romanzo di Collodi; poi ancora personaggi attinti da Shakespeare, con le figlie di Re Lear, Gonerilla e Regana, e Lady Macbeth; infine con la strega che mangia i bambini di Hansel e Gretel ci si inoltra nella dimensione favolistica dei fratelli Grimm. I cattivi, più ancora degli eroi positivi, hanno dunque lasciato un segno indelebile nella letteratura, appassionando gli spettatori ai loro misfatti. Anche per questo, nella canzone finale ringraziano il creatore, o meglio il diavolo, di averli resi così perfidi. L’impressione finale dello spettacolo è che l’intento di Tonino Conte e degli altri ideatori e autori dello spettacolo sia quello di assolvere i “cattivi”, in molti casi dipinti quasi come vittime di una situazione che li ha portati ad agire con malvagità; questa sensazione toglie allo spettacolo quella malizia che probabilmente lo avrebbe arricchito. Forse proprio per questo le due scene più incisive risultano quella di Jack Lo Squartatore (Alessandro Bergallo), indotto ad uccidere da una mania compulsiva di perfezione, e quella di Ser Ciappelletto (un bravissimo Enrico Campanati accompagnato da Alberto Bergamini nel ruolo del frate), che, fedele alla novella bocaccesca, racconta, con un’ironia tutt’altro che consolatoria, gli estremi fino a cui spingersi l’animo umano.

valutazione: 1 2 3 4 5

Testo: Tonino Conte, Alessandro Bergallo, Nicholas Brandon, Bruno Cereseto, Emanuele Conte, Pietro Fabbri e Amedeo Romeo  Scenografie: Emanuele Luzzati  Interpreti: Antonio Bazza, Alessandro Bergallo, Nicholas Brandon, Enrico Campanati, Alberto Bergamini, Bruno Cereseto, Pietro Fabbri, Rita Falcone, Sara Nomellini, Margherita Romeo, Roberto Serpi

http://www.teatrodellatosse.it/

 

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