Gli Omini è il nome di una compagnia teatrale toscana che utilizza un metodo davvero originale per costruire gli spettacoli. Percorrono la regione, si stabiliscono per alcuni giorni in piccoli paesi, raccolgono materiale dialogando con i locali e ascoltandone le storie. Da questa procedura, che loro stessi definiscono indagine teatrale e socio - umanistica, traggono copioni che, spesso, presentano in più versioni. L’intera operazione va sotto il nome di Memoria del tempo presente e, stilisticamente, si presenta come un curioso e piacevole miscuglio fra linguaggi e situazioni alte e momenti plebei, quasi scurrili, riflessioni morali e recitazione stralunata, racconti materiali e toni surreali.
Gabbato Lo Santo è un esempio di questo melange e lo prova la sequenza in cui, mentre un attore e un’attrice fanno l’amore sotto un telo (all’inizio lui è un cadavere e lei lo rianima stuzzicandolo sessualmente) gli altri due membri della compagnia, che è formata da tre attori e un’attrice, percorrono la sala offrendo agli spettatori lumini da morto, birra e sigarette. Quando la distribuzione è terminata, i due amanti si scoprono e lei esclama: Qui no! Perché i cimiteri mi fanno impressione. C’è in questo breve momento la riunione di tutti gli elementi cui si accennava più sopra: surrealismo, fantasia dissacrante, materialità, anticlericalismo intelligente. Allo stesso modo è molto ben riuscita la lotteria indetta a metà spettacolo in cui il vincitore, scelto casualmente fra il pubblico, è lasciato solo sul palcoscenico, con suo grande imbarazzo, per alcuni minuti. In definitiva il melange funziona molto bene e distilla un umore in cui l’ironia e la risata si uniscono a uno sguardo impietoso sulla volgarità, la brutalità, l’incultura, l’indifferenza che segnano buona parte della nostra vita di tutti i giorni.
valutazione: 1 23 4 5
Compagnia: Gli Omini; interpreti: Riccardo Goretti, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini.