George Tabori (1914 2007) è una figura quasi tipica di ebreo errante. Nato a Budapest studiò in Germania e iniziò a lavorare come giornalista. Nel 1941 fu costretto a emigrare a Londra per sfuggire alle persecuzioni razziali. Nella capitale inglese lavorò alla BBC e come traduttore di vari testi tedeschi, fra cui alcune opere di Bertolt Brecht, prima di emigrare, nel 1945, negli Stati Uniti ove scrisse le sceneggiature di alcuni film fra cui La rivolta di Richard Brooks (Crisis, 1950) ed Io confesso di Alfred Hitchcock (I Confess, 1953). Il clima maccartista lo costringe a riparare in Europa, dove si segnalò come autore e regista, teatrale e lirico, a Berlino e a Vienna. Fra le sue molte attività cè da segnalare anche quella di direttore, nel 1992, del Mittelfest di Cividale del Friuli.
Ha scritto Mein Kampf nel 1987 con forte spirito tragi satirico, basti pensare che il sottotitolo è Hitler e il suo ebreo, immaginando lincontro fra il fondatore del Reich e un povero ebreo che campa malamente vendendo, di notte, Bibbie e Corani. Entrambi sincontrano a Vienna pochi mesi prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e vivono in un miserabile dormitorio. Il futuro dittatore spera di essere ammesso allAccademia di Arti Figurative, allebreo basta solo riuscire a sopravvivere, ed è proprio questarte che tenta di insegnare allaltro, che la apprenderà così bene da abbandonare i sogni artistici per dedicarsi alla politica, iniziando con il furto del titolo del libro, Mein Kampf (La mia battaglia, 1925 - 26) che il giudeo sta cercando di scrivere da mesi e che, invece, diventerà il famoso, terribile vangelo del nazismo. La messa in scena di Egisto Marcucci ed Elisabetta Courir segue fedelmente la via del grottesco, imponendo agli interpreti truccature simile a maschere e facendoli muovere in modo quasi burattinesco, il tutto in uno scenario dai colori cantoriani e con un gusto del teatro puro davvero apprezzabile. In questo modo la tragicità degli eventi reali cui rimanda la rappresentazione è come distillata e resa ancor più forte rispetto a unipotetica messa in scena naturalista e diventa sintesi profonda di una tragedia che muove i primi passi verso lolocausto. Gli attori, soprattutto Marcello Bartoli e Dario Cantarelli, seguono fedelmente e con grande efficacia la scelta della regia costruendo due fantocci che altro non sono se non il volto grottesco di una terribile tragedia.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: George Tabori (1914 2007); produzione: I Fratellini; versione italiana: Umberto Gandini; drammaturgia: Egisto Marcucci; regia: Egisto Marcucci, Elisabetta Courir; scene: Graziano Gregori; costumi: Carla Teti; maschere: Renzo Pardini, Roberta Traversa; suono: Hubert Westkemper; interpreti: Marcello Bartoli, Dario Cantarelli, Dorotea Aslanidis, Teodoro Giuliani, Michela Mocchiutti.