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La bella utopia – Lavoratori di tutto il mondo ridete ···· La bella utopia – Lavoratori di tutto il mondo ridete ···· Hot

La bella utopia – Lavoratori di tutto il mondo ridete ····

La bella utopia
La bella utopia

 

Moni Ovadia è una delle figure più interessanti e originali della scena italiana. La sua difesa e divulgazione della cultura ebraica costituisce da sola dato di grande rilievo. Con La bella utopia – Lavoratori di tutto il mondo ridete allarga il discorso sino a tracciare, in tre ore che scorrono, quasi senza che lo spettatore se ne accora, l’intera storia dell’Unione Sovietica, dalla rivoluzione d’Ottobre, al crollo dei primi anni novanta. E’ anche motivo per una riflessione sul comunismo, la bella utopia, i sogni, le illusioni, gli orrori di cui si è nutrito. Lo stesso teatrante avverte che non si tratta di una lezione di storia, ma di una rivisitazione nutrita di storielle, poesie, canzoni, balli. Un ventaglio di sentimenti e sensazioni che richiamano ciò che ha agitato i sogni e gli incubi più di una generazione, spingendo alcuni sino a sacrificare la vita e trasformando gli altri in carnefici, torturatori, assassini. In tempi in cui domina la superficialità e il culto dell’ignoranza, quest’artista propone un modo di ragionare, un percorso di riflessioni stupefacenti per profondità e passione. 

Con poche ma ficcanti puntate rivolte al cavaliere azzurro di Arcore - vero artefice e simbolo degli approcci dominanti dell’approssimazione, travisamento e della perdita di memoria - Moni Ovadia ci richiama alla necessità di conoscere, all’urgenza di ragionare, alla necessità di distinguere. Il suo è un testo che commuove e invita a riguardare al passato della sinistra e del mondo senza farsi irretire dalle menzogne e, soprattutto, dal pressapochismo di chi è solito parlare senza avere la più pallida conoscenza dell’argomento che affronta. Questo è il lato, diciamo, politico dello spettacolo, quello poetico e sentimentale non è meno forte e profondo. I ricordi che scuscita sono dolorosi e dolci sia chi ha i capelli grigi, e quei fatti li hanno attraversati, sia in chi non li conosce, ma ha viva la curiosità di verificare le storie che ha sentito raccontare o letto, spesso, troppo spesso in maniera superficiale, schematica o faziosa.

valutazione:  1  2 3 4 5

Testo e regia: Moni Ovadia, interpreti: Moni Ovadia, Lee Colbert, Maxim Shamkov, Moni Ovadia Stage Orchestra (Luca Garlaschelli, contrabbasso; Janus Hasur, violino; Massimo Marcer, tromba; Albert Mihai, fisarmonica; Vincenzo Pasquariello, pianoforte; Paolo Rocca, clarinetto; Emilo Vallorani, flauti e percussioni); scene e costumi: Elisa Savi; repertorio video: Andrea Bocca; suono: Mauro Pagiaro; direzione musicale: Emilo Vallorani; arrangiamenti: Colbert, Marcer, Pasquariello, Rocca, Vallorani;
produzione: Promo Music.

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