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Il settimo sigillo ··· Il settimo sigillo ··· Hot

Il settimo sigillo ···

Il settimo sigillo
Il settimo sigillo

Scelta impegnativa quella attuata quest’anno da Massimo Mesciulam per la ormai tradizionale esercitazione della Scuola del Teatro Stabile di Genova: Il settimo sigillo di Ingmar Bergman nasce per il teatro con il titolo Pittura su legno nel 1955, ma poi diventa base per la sceneggiatura del celebre film dell’autore/regista svedese. Il ritorno al teatro del dramma di Bergman è un evento raro, probabilmente perché pochi hanno osato cimentarsi nella messinscena di un classico tanto amato e che tanto successo ha ottenuto sul grande schermo. Come annota il regista dello spettacolo, nonché insegnante della scuola, Massimo Mesciulam, il fatto stesso che si tratti di un territorio così poco esplorato garantisce una certa libertà interpretativa e la possibilità di svincolarsi da eventuali convenzioni maturate da rappresentazioni precedenti. Queste caratteristiche rendono il testo particolarmente adatto all’esercitazione di una scuola di teatro, come quella dello Stabile, che porta avanti una continua ed assidua ricerca sulla recitazione.

La rappresentazione punta in effetti proprio sulle caratteristiche interpretative degli attori, essendo ridotte al minimo scenografia e colonna sonora, pur presenti ed efficaci per la riuscita della messinscena.
L’argomento non è facile: la trama si focalizza infatti sul tema del rapporto dell’uomo con il sacro, con la morte, con il male, che gli garantisce un carattere di universalità, caratteristico dei grandi classici, rendendo lo spettacolo a tutt’oggi rappresentabile. Il Cavaliere Antonius Block ritorna dopo dieci anni dalle Crociate accompagnato dal proprio scudiero Jons, ma trova il paese devastato dalla Peste Nera. Lungo la strada del ritorno, Block incontra la Morte venuta a reclamarlo, ma ottiene di rimandare la propria chiamata, sfidandola in una partita a scacchi. La partita procede a tappe, mentre il Cavaliere fa ritorno al proprio castello, incontrando lungo la via diversi personaggi, le cui esperienze gli suggeriscono riflessioni sulla felicità, sul sacro e sulla caducità della vita umana.
La messinscena procede con scioltezza e, benché ridotta a pochi ed essenziali elementi scenici, trasmette suggestioni idonee alla tipologia di spettacolo proposto. Buona l’interpretazione dei giovani attori, che in alcuni casi si distinguono già per una notevole maturità, foriera di ottime speranze.

valutazione: 1 2 3 4 5 

Testo: Ingmar Bergman  Versione italiana: Alberto Criscuolo  Regia: Massimo Mesciulam  Interpreti: Giuseppe Amato, Andreapietro Anselmi, Cristiano Dessì, Gabriele Gallinari, Elena Ghigliotti, Davide Mancini, Sarah Nicolucci, Federica Sandrini, Viviana Strambelli 

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