Il tartufo (Tartuffe ou l'Imposteur, 1664) è uno dei testi più importanti e, nello stesso tempo, imbarazzanti di Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière (1622 1673). Imbarazzo che nasce da quel finale in cui si magnificano, con toni quasi da imbonitore, le doti del buon Re (Luigi XIV) cui non sfuggono le ingiustizie e cui sa sempre porre rimedio. Un pistolotto giustificato dalle vicende subite dal testo che fu subito proibito dalla censura causa la satira pungente che conteneva verso agli ambienti conservatori e religiosi, la cosiddetta cabala dei devoti. Il divieto fu reiterato tre anni, dopo quando il commediografo, diventato impresario e attore della Compagnia del Re, ripropose il testo, lievemente modificato, con il titolo Limpostore.
La commedia poté essere rappresentata solo nel 1669, per specifica dispensa reale, il che giustificò i salamelecchi al monarca inclusi dellultima scena. La storia è quella di un ricco borghese che si prende in casa un religioso ostentatamente pio cui sacrifica figlio, figlia e famiglia e gli fa dono dellintero suo patrimonio, salvo scoprire che si tratta di un provetto truffatore, capace, con sottile ipocrisia, di appropriarsi dei beni altrui attraverso lo sfoggio di una fede esibita quanto insincera. A questo punto tutto sembrerebbe perduto, se non intervenisse un inviato reale a chiarire che il monarca, che tutto vede e a tutto provvede, ha da tempo messo sotto sorveglianza il truffatore e ne decreta larresto nonché la restituzione dei beni allingenuo proprietario. Nel tempo, questo testo è stato letto in modo difforme con versioni che arrivavano a quasi cancellare limbarazzante finale. Carlo Cecchi, in veste di regista e interprete, sceglie un approccio che punta sulla semplicità e le spruzzate dialettali, particolarmente accentuate in alcuni personaggi secondari. Come già aveva fatto con un famoso testo di Samuel Beckett, Finale di partita, la miscela funziona a meraviglia e lo spettacolo testimonia una linearità che è frutto di grande raffinatezza, lunga meditazione e studio attento del testo. Come dire una proposta lieve e limpida cui è un vero piacere accostarsi.
valutazione: 1 2 3 4 5
Titolo originale: Tartuffe ou l'Imposteur; autore: Jean-Baptiste Poquelin, detto Molière (1622 1673) ; traduzione: Cesare Garbali (1928 2004); regia: Carlo Cecchi; scena: Francesco Calcagnini; costumi: Sandra Cardini; musica: Michele dallOngaro; interpreti: Angelica Ippolito, Carlo Cecchi, Licia Maglietta, Vincenzo Ferrera, Viola Graziosi, Francesco Ferrieri, Elia Shilton, Valerio Binasco, Rino Marino, Diego Sepe, Francesca Leone.