Scritto nel 1600 inoltrato,
Anfitrione di Moliere è una rilettura
della commedia Amphitruo di Tito
Maccio Plauto e racconta il mito dellamplesso di Giove con Alcmena, vicenda
che ha avuto una buona fortuna in età moderna e che viene ancora oggi
rappresentata in virtù delluniversalità dei temi proposti. Giove scende
dallOlimpo nei panni del re di Tebe Anfitrione, lontano da casa per una
missione militare, per sedurre la moglie di questultimo, Alcmena. Mercurio
sostiene Giove nel suo astuto raggiro, prendendo a sua volta le sembianze del
servo del re, Sosia, fuori da Tebe con il proprio padrone.
Tuttavia Anfitrione e Sosia tornano prima del previsto e trovano i loro doppi nel palazzo reale; di qui iniziano una serie di incontri e di equivoci, fino a quando, nel finale, Giove e Mercurio rivelano la propria identità, costringendo Anfitrione e il servo ad accettare passivamente i soprusi orditi contro di loro. Nella tragicommedia del drammaturgo francese si parla pertanto di amore, ma anche di arroganza di chi detiene il potere, nonché del tema del doppio e dellambiguità tra realtà e finzione, spunto per una riflessione sul teatro.
La Compagnia Gank, frutto della collaborazione di un gruppo di attori formatisi presso il Teatro Stabile di Genova, riprende uno spettacolo già messo in scena con successo durante la scorsa stagione. La fortuna della rappresentazione è attribuibile alla capacità, caratteristica della Compagnia Gank, di tradurre lessenza del testo in una messinscena giovane e in una recitazione diretta ed efficace. Lassenza quasi totale di scenografie conferma limportanza attribuita alle parole, qui, per giunta, in rima.. Bravi tutti gli attori, tra cui spicca per la verve comica il Mercurio di Aldo Ottobrino. (Roberta Balduzzi)
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Molière Regia: Antonio Zavatteri Interpreti: Antonio Zavatteri, Alberto Giusta, Aldo Ottobrino, Roberta Andreoni, Mariella Speranza, Massimo Brizi, Federico Giani Scene e costumi: Laura Benzi Luci: Sandro Sussi Produzione: Compagnia Gank