Giulio Casale, cantante - poeta rock con il gruppo degli Estra e attore molto comunicativo, ha una vera passione per Giorgio Gaber (1939 2003) di cui ha resuscitato Polli dallevamento, una proposta del 1978 che ha segnato un momento di svolta nella visione del mondo del cantante milanese. Spettacolo e testi sono riproposti con una taglio quasi mimetico: con i gesti e la voce Giulio Casale mira a far rivivere lagire e il cantare di Giorgio Gaber. Ci riesce in maniera sorprendente, correndo il rischio, come testimonia tutta la prima parte dello spettacolo, di sconcertare lo spettatore con unidea che sembra più unimitazione che non una creazione originale.
Poi, lentamente, ma sicuramente, il cantante attore si stacca dal modello, assume una sua precisa personalità e lo spettacolo vola, supera la dimensione della copia, per quanto perfetta, per approdare alla ricerca di quanto dattuale ancora rimane di quellesperienza di trenta anni or sono. E una messe imponente, anzi si potrebbe dire che lo scorrere del tempo e quanto successo in questi ultimi anni, anziché depositare polvere, abbiano rivitalizzato quelle lontane intuizioni. Brani come La festa e Quando è moda è moda assumono, oggi, una forza persino superiore a quella che avevano, quando furono cantate per la prima volta. Il succo dello spettacolo è in una sorta di grido disperato in cui non cè alcun compiacimento individualista, ma il dolore per limmersione in un mondo che ha perso ogni riferimento morale, qualsiasi valore. Questo se ieri, in un clima ancora permeato dideologia e dimpegno, poteva destare non poche perplessità, oggi appare nientaltro che la fotografia del reale.
valutazione: 1 2 3 4 5
Produzione: Fondazione Giorgio Gaber, Teatro Filodrammatici; testi: Giorgio Gaber, Sandro Luporini; arrangiamento musicale: Franco Battiato, Giusto Pio; interpretazione: Giulio Casale.