Quella di Giuseppe Garibaldi è una delle figure più celebrate in Italia: sono infatti innumerevoli le vie o le piazze nonché i monumenti commemorativi dedicatigli disseminati nel paese. In realtà la fama che ha acquistato Garibaldi nel tempo non corrisponde alla considerazione che le sue imprese ebbero quando le perpetrò, in quanto spesso impedite e mai portate fino in fondo. Lidea che sta alla base della rappresentazione e che Gioele Dix, coautore e interprete dello spettacolo, sostiene fermamente è che gli italiani amano cavarsela: non importa portare a termine i progetti, ma è molto più rilevante tirarsene fuori il prima possibile.
Si tratta pertanto di uno spettacolo critico nei confronti di una società troppo pigra per riuscire a concretizzare le proprie aspirazioni. Allo stesso modo Garibaldi non ebbe lo slancio necessario a concludere la propria missione e a costituire una repubblica garibaldina. Viste queste basi, non desta stupore pertanto il fatto che lo spirito nazionalista emerga negli italiani solo quando la nazionale di calcio vince ai rigori la finale di coppa del mondo.
Lo spettacolo è un dettagliato, ironico e critico resoconto delle vicende private e pubbliche di Garibaldi, frutto di uno studio approfondito dei tre autori, Nicola Faneo e Sergio Fantoni (anche regista dello spettacolo), oltre al già citato Gioele Dix.. Si tratta in realtà di un monologo, vista la scarsa influenza dellaltra attrice presente sul palco, in cui Dix sfoggia le sue doti di narratore e, insieme, di comico, facendo ridere a crepapelle il pubblico, ma, al contempo, raccontandogli la storia e inducendolo a ragionare sui propri errori. (Roberta Balduzzi)
Testo: Gioele Dix, Nicola Faneo, Sergio Fantoni Regia: Sergio Fantoni Interpreti: Gioele Dix, Edmarcia De Andrade, Matteo Malvasi Scene: Gianfranco Padovani Musiche: Cesare Picco Produzione: La Contemporanea
valutazione: 1 2 3 4 5