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L'agente segreto ···· L'agente segreto ···· Hot

L'agente segreto ····

Image Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski, conosciuto come Joseph Conad, (1857 – 1924) è stato uno scrittore polacco naturalizzato britannico che si è inserito fra i grandi nomi della letteratura fra ottocento e novecento. La sua vita fu avventurosa, spesa fra navi mercantili, commercio di armi, e guai politici. Era di madrelingua polacca, ma parlava correttamente il francese e imparò l’inglese piuttosto tardi, intorno ai vent'anni, anche se fu in questa lingua che scrisse le opere più importanti. Divenuto cittadino britannico nel 1886, iniziò a considerare la scrittura come principale attività solo dove anni dopo, quando diede alla stampe il suo primo romanzo: La follia di Almayer (Almayer's Folly, 1895) cui seguirono testi fondamentali come Cuore di tenebra (Heart of Darkness, 1899) e Lord Jim (Lord Jim, 1900).

L'agente segreto (The Secret Agent: A Simple Tale) è stato pubblicato nel 1907, nello scriverlo l’autore prese spunto da un fallito attentato, mai chiarito sino in fondo, avvenuto nel 1894 e attribuito a un anarchico. Da questo libro lo stesso autore trasse due versioni per il teatro: una in quattro atti (1922) e una in tre (1923). Nessuno dei due copioni era mai stato rappresentato in Italia e, nella stessa gran Bretagna se ne hanno poche notizie dopo la prima messa in scena nel 1922 che ebbe pessimi esiti di pubblico e critica. Per questo l’operazione varata da Marco Sciaccaluga, regista e attore, ha un profondo interesse già in partenza, cui si aggiunge il piacere di uno spettacolo di alto livello e grande inventiva. La storia è quella di un miserabile agente segreto zarista, anche se questa caratteristica non è mai esplicitata, che vivacchia a Londra fornendo informazioni scadenti all’ambasciata russa. Un giorno riceve l’ordine di organizzare un attentato dimostrativo all’osservatorio astronomico di Greenwich e, per metterlo in opera, si serve del fratello, semideficiente, della moglie. Il ragazzo muore nell’esplosione prematura dell’ordigno e la donna, per vendetta accoltella il marito e impazzisce. L’arrivo di un abile funzionario di polizia chiarisce ogni cosa e consegna alla giustizia, un anarchico che sta tentando di profittare della disgrazia e, al manicomio, l’omicida. È molta la carne al fuoco e la regia la sfrutta a dovere occhieggiando all’oggi, mettendo in luce la follia di chi pensa di risolvere ogni problema con la violenza e la pazzia di chi arriva ad idolatrare esplosivi e pistole. Non meno sferzante lo sguardo su certa borghesia, potremmo dire radical – chic, che tresca con il fuoco salvo ritrarsi scandalizzata, quando gli ordigni esplodono e le armi sparano. La scenografia, una serie di cassettoni disposti su due piani, è molto bella e funzionale. Unico difetto qualche lungaggine nella prima parte, per il resto ogni cosa è al suo posto.


valutazione: 1 2 3 4 5

Testo: Joseph Conad, (1857 – 1924); titolo originale: The Secret Agent: A Simple Tale; versione italiana: Giuliana Manganelli; regia: Marco Sciaccaluga; scene e costumi: Valeria Manari; musiche: Andrea Nicolini; luci: Sandro Sussi; interpreti: Alice Arcuri, Gianluca Gobbi, Vito Saccinto, Alberto Giusta, Federico Vanni, Fabrizio Careddu, Nicola Pannelli, Marco Sciaccaluga, Marco Avogadro, Aleksandar Cvjetkovic, Orietta Notari, Fiorenza Pieri.


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