Fra il 1588 e il 1592 William Shakespeare (1564 1616) scrisse quella che sarebbe stata definita la tetralogia storica dedicata a Enrico VI, prime tre parti, e a Riccardo III. Questultimo vi è descritto come somma di violenza e crudeltà che culminano con lomicidio dei due principini ereditari. Gli storici hanno alquanto smentito questa triste immagine disegnando un sovrano crudele né più né meno di quelli che lo avevano preceduto o lo seguiranno. La decisione del grande poeta di disegnare questo re in modo più che negativo sembra essere nata da una sorta di commissione di corte, visto che il copione fu scritto durante il regno di Elisabetta I discendente dalla dinastia iniziata proprio dal vincitore della Guerra delle due Rose ( 1455 1485) fra le casate di York, cui apparteneva Riccardo III, e Lancaster.
Queste considerazioni a parte, lopera è ormai diventata emblematica come ritratto di un uomo di potere feroce e sanguinario, tanto da farne il paradigma di ogni nequizia. Jurij Ferrini, regista e interprete, affronta questo testo da unangolazione molto particolare che fa del sovrano lemblema stesso del potere corrotto e cinico pronuncia varie frasi che rimandano a personaggi politici contemporanei contro di cui si scatena una rivolta giovanile gioiosa quanto confusa. In questo la scena della battaglia finale, Bosworth 1485, fatta con il lancio di sacchetti dimmondizia diventa una sorta di chiave di lettura dellintera proposta. Un approccio originale, spiazzante e di grande interesse che ha il solo difetto di non mantenere sino in fondo una precisa unità di stile oscillando, a momenti, fra orientamento quasi tradizionale ad esempio la straordinaria scena della seduzione di Lady Anne davanti alla salma del marito fatto uccidere da Riccardo a momenti di proficua trasgressione stilistica, segnati dalla comparsa di telefonini e pistole. La scena sottolinea la scelta di fondo di regia con la raffigurazione di una scuola che si trasforma, volta a volta, in corte reale, campo di battaglia, gabinetto di guerra. In definitiva uno spettacolo di grande spessore, ma meno compatto di quanto siamo soliti attenderci da questo attore e regista.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: William Shakespeare (1564 1616); versione italiana: Vittorio Gabrieli; adattamento: Jurij Ferrini; regia: Jurij Ferrini; luci: Dario Andrioli; interpreti: Jurij Ferrini, Michele Schiano di Cola, Alberto Torquati, Woody Neri, Sarah Biacchi, Angelo Tronca, Valerio Tambone, Wilma Sciutto, Mattia Visani, Ture Magro, Alessandra Frabetti.