Georg Büchner (1813 1837) è stato uno dei più importanti intellettuali della prima metà del diciannovesimo secolo. Tedesco di nascita, girovagò fra varie città (Darmstadt, Strasburgo, Giessen) sino ad ottenere una cattedra, grazie ai suoi studi su pesci e anfibi, allUniversità di Zurigo, città in cui morì per un attacco di tifo. Fra i suoi lavori letterari spiccano la tragedia Dantons Tod (La morte di Danton, 1835) e, soprattutto, lincompiuto Woyzeck, ispirato ad un fatto di cronaca accaduto a Lipsia nel 1821, quanto il barbiere Johann Christian Woyzeck uccise la vedova Christiane Woost. Per questo delitto fu condannato a morte e impiccato, tre anni dopo, nella piazza del mercato. Il copione non finito fu portato a termine da vari autori e rappresentato, per la prima volta, nel 1879.
Da allora è stato tradotto in molte lingue e trasformato in opera lirica (Wozzeck, 1925) dal compositore austriaco Alban Marie Johannes Berg (1885 1935) che ne ha fatto una sorta di metafora della disgregazione dellimpero asburgico. Anche il cinema si è spesso interessato a questo testo, tanto che si contano ben sei lungometraggi e dodici produzioni televisive che prendono le mosse dal copione o dallopera musicale. Claudio Morganti ha scelto la storia del barbiere soldato, angariato da superiori dispotici o pazzi, che uccide la sua amante allorché scopre che ha una relazione con un sottufficiale, quale saggio finale della prima tappa del progetto triennale Facciamo insieme teatro, organizzato dal Teatro della Tosse. Il regista, attore e docente propone una versione resa essenziale dalla riduzione dellintera vicenda ad alcuni duetti fra i protagonisti che agiscono su un palcoscenico spoglio sul cui fondale siedono, armati di tamburi, tutti i partecipanti alloperazione. In altre parole, siamo quanto più lontano possibile da una visione naturalistica del teatro e immersi totalmente in una prospettiva che muove almeno su due linee: il privilegio del lavoro dellattore e la ricerca dellessenza del testo. E una proposta interessante che presuppone la conoscenza, da parte dello spettatore, del testo rappresentato che non è spiegato, ma assunto quasi a semplice pretesto. I risultati più validi si colgono sul secondo versante, quello della ricerca delle caratteristiche di fondo dellopera che Claudio Morganti individua in un mondo feroce e dispotico in cui il delitto diventa quasi lunica possibilità di ribellione e liberazione. Una punto di vista importante, ma che rappresenta solo una delle sfaccettature dellopera di partenza.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Georg Büchner (1813 1837); regia: Claudio Morganti; drammaturgia: Rita Frongia; interpreti: Silvia Bottini, Massimiliano Ferrari, Luca Ferri, Lupo Misrachi, Sara Nomellini, Mario Pietramala, Rita Frongia, Luca DAddino, Deborah Zoratti, Gianluca Calducci; scene a cura degli allievi dell Accademia Ligustica di Belle Arti.