Stampa
PDF
 

Elettra ···· Elettra ···· Hot

Elettra ····

ImageElettra si contende con altre eroine delle tragedia greca la fortuna nella drammaturgia dell’età moderna e contemporanea, ma detiene sicuramente una posizione di preminenza nell’opera dei grandi tragici greci. La prima comparsa di Elettra va fatta risalire alle Coefore, testo centrale dell’Orestea (458 a.C.) di Eschilo, trilogia in cui il tragico parla del rientro a casa dell’atride Agamennone e della sua morte per mano della moglie Clitemnestra (Agamennone), del ritorno di Oreste a Micene e dell’uccisione di Clitemnestra e del suo amante Egidio (Coefore), della persecuzione dello stesso Oreste da parte delle Erinni e del successivo processo ad Atene (Eumenidi); Elettra è presente, appunto, nella seconda tragedia della trilogia, dove però ricopre un ruolo marginale.

Il personaggio di Elettra torna poi in Euripide (413 a.C.) e in Sofocle (intorno al 409 a.C.), con una rilevanza ben maggiore nell’ambito della vicenda. Se in Euripide, Elettra deve spronare Oreste a compiere il matricidio, in cui lei stessa lo affianca fisicamente, in Sofocle prevale l’attesa del fratello, che si rivela alla sorella solo nel IV episodio. La tragedia di Sofocle s’incentra quindi sul compianto per la morte del padre e sull’ansia di vendicarsi, che si manifesta nell’aspettativa di Oreste da parte di Elettra, la quale si dispera di fronte al sollievo della madre quando un messo viene ad annunciare la morte del fratello: si tratta in realtà di un tranello ordito da Oreste al fine di entrare indisturbato nella reggia di Micene e uccidere la madre e l’amante. Dopo essersi svelato alla sorella, infatti, Oreste compie l’empio atto. Sofocle propone, dunque, un’Elettra che, come Antigone (l’altra eroina del tragico greco) vuole opporsi al potere costituito e alle leggi dei vivi e si scontra con la sorella (Crisotemi) che la invita alla prudenza; diversamente dalla principessa tebana, però, non agisce in prima persona, ma fa compiere il matricidio al fratello.

Luca De Fusco mette in scena Elettra enfatizzando il ruolo preminente dell’eroina, avvalendosi del talento di Lina Sastri, di cui sfrutta anche l’indiscussa vocazione musicale, facendola cantare e danzare. La rappresentazione è incentrata sulla recitazione degli attori e imperniata sulla profonda tragicità del testo di Sofocle: la scena è dominata dall’ombra e da velate luci, con la reggia di Micene nascosta sotto ad un cratere, i costumi sono stilizzate mescolanze di provenienza mediterranea e mediorientale. Si tratta pertanto di una messinscena intensa, in cui spicca l’interpretazione di Lina Sastri, ma anche di altri attori, tra cui Giovanna Di Rauso, corifea dalle capacità mediatiche e profetiche. (Roberta Balduzzi)

Testo: Sofocle  Traduzione: Caterina Barone  Regia e adattamento: Luca De Fusco  Interpreti: Lina Sastri, Max Malatesta, Luciano Virgilio, Massimo Reale, Deli De Majo, Giovanna Di Rauso, Giovanna Mangiù, Leda Negroni, Massimo Reale  Scene: Mauro Zocchetta  Costumi: Marta Crisolini Malatesta  Musiche: Francesco Erle  Coreografie: Alessandra Panzavolta  Luci: Emidio Benezzi  Produzione: Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, Teatro Stabile di Catania, Teatro Olimpico di Vicenza.

valutazione 1 2 3 4 5

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews