Per gli indiani lEssere Supremo assoluto è uno, anzi non due, perché è solo possibile dire quello che non è, in quanto è tanto immenso da essere fuori dalla portata della mente umana. Tuttavia il divino ha tre aspetti diversi che si manifestano attraverso altrettante divinità: Brahma il creatore, Vishnu il conservatore e Shiva il distruttore. Inoltre in India vengono venerati 3.300.000 Dei: la popolazione indiana vive nella convinzione che solo ciò che è eterno è vero, pertanto non la storia, bensì i miti.
Di queste credenze Mara Baronti parla nel suo nuovo spettacolo, intitolato semplicemente India, che non è altro che un racconto dei miti e degli dei, volto ad addentrarsi nella filosofia e nella religione indiane, intese come ricerca costante del sé. India è un racconto, dunque, accompagnato da musica, immagini e danza, che rimandano alle tradizioni culturali di quel paese, in cui gestualità e sonorità hanno un legame profondo con il divino. Mara Baronti è pertanto accompagnata sul palco da due artiste: Patrizia Belardi e Cristina Alioto. Questultima, in particolare, si rivela musicista e cantante dalle indubbie qualità e contribuisce a generare atmosfere ultraterrene.
Tuttavia lo spettacolo, produzione associata dei Teatri Stabili di Genova e di Napoli, non riesce a essere troppo incisivo, lasciando troppo spazio allasciuttezza della narrazione e sfruttando al minimo le possibilità espressive caratteristiche della recitazione teatrale. Così le suggestioni sono tutte attribuibili allaccompagnamento sonoro e visivo che vivacizza un quadro di per sé poco coinvolgente. (Roberta Balduzzi)
valutazione: 1 2 3 4 5
Testi: Mara Baronti Interprete: Mara Baronti Canto, movimenti, percussioni, fiati: Cristina Alioto, Patrizia Belardi Regia: Alfonso Santagata Immagini, scene, costumi: Beatrice Meoni Luci: Sandro Sussi Design delle immagini: Uovoquadrato