Botho Strauss (1944) è uno dei registi più originali e discussi della drammaturgia di lingua tedesca. Su posizioni politiche complesse, nel 1993 ha pubblicato un articolo contro la tendenza della sinistra di cavalcare il mito della modernità e cancellare il passato, che suscitò forti polemiche e, persino, laccusa di filonazismo. Accusa ingenerose che non colgono il conservatorismo culturale di un autore romanticamente ossessionato dal culto della memoria. Tendenza che emerge anche in questo Luna e laltra (Die eine und die andere, 2005) in cui si confrontano e scontrano quattro personaggi. Le prime a fronteggiarsi sono due donne, una delle quali ha rubato, non una sola volta, gli uomini allaltra.
Ora la prima, avviata alla vecchiaia con lunica speranza di unultima, infuocata, storia damore, ospita laltra, che ha perso il lavoro di critica darchitettura. E una convivenza che assomiglia ad una guerra che fa orrore, ma dalla quale non si riesce a rimanere estranei. Tanto che, il finale, vede le due darsi la schiena, ma quando una decide di andarsene, è latra a fermarla con un perentorio: Seduta! Laltra coppia è formata dal figlio e la figlia delle due, due giovani che non sanno di avere lo stesso padre e che vorrebbero amarsi, ma ne sono impediti, oltre che dal sospetto dincesto, dallopposizione dei caratteri. La ragazza riesce a sopravvivere solo provando dolore, lui è incerto su tutto, ai sentimenti alla collocazione nella società. E un testo ricco, ambiguo e difficile in cui si possono leggere molte cose: dal ritratto psicologico di un mondo in crisi, alla metafora sulla riconciliazione dolorosa e, forse, impossibile delle due Germanie. Cesare Lievi, regista e autore della versione italiana, ha scelto uno spazio bianco e quasi vuoto, creato da Margherita Palli, popolato, scena dopo scena, da attrezzi e oggetti collocati da una pattuglia di servi di scena che sono parte integrante lo spettacolo. Il tutto accompagnato da citazioni musicali che vanno da Rossini a Stockausen passando per Caterina Valente. Una proposta non facile da avvicinare, ma stimolante.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Botho Strauss; titolo originale: Die eine und die andere; versione italiana e regia: Cesare Lievi; scene: Margherita Palli; costumi: Marina Luxardo; luci: Gigi Saccomandi; interpreti: Paola Cannoni, Ludovica Modugno, Emanuele Carucci Viterbi, Leonardo De Colle, Paola Di Meglio, Franco Sangermano, Giuseppina Turra; produzione: CTB Teatro Stabile di Brescia.