La famiglia dellantiquario - scritta nel 1749 ma messa in sena per la prima volta al teatro Sant'Angelo di Venezia lanno seguente con sottotitolo La suocera e la nuora - è la sesta composta da Carlo Goldoni (1707 1793) nel quadro dellimpegno preso con limpresario Gerolamo Medebach, nella cui compagnia aveva il ruolo di poeta drammatico, per 16 nuovi testi da presentare nel corso dellanno. Il copione è stato ripreso dal regista Luís Paqual, regista e direttore del Teatro d'Europa di Madrid, strutturando lintero spettacolo attorno allidea di far procedere la storia parallelamente al passare del tempo storico. Sinizia in abiti e attrezzeria dimpronta settecentesca e si finisce con cuffiette, radioline, telefonini e seggiole moderne.
Lespediente dovrebbe servire a sottolineare lattualità e la permanenza negli anni del tema centrale dellopera: la polemica continua fra suocere e nuore quale specchio dello scontro fra generazioni. Un conflitto cui pone fine la ragionevolezza del solido e saggio borghese Pantalone, interprete un Eros Pagni bravo come sempre, che prendendo il mano le redini della casa, ovvero del potere, salva la famiglia e, sempre metaforicamente, la società. Un discorso capace di sviluppare una sua proposta rivoluzionaria nel diciottesimo secolo, quando era ancora laristocrazia a governare la società, ma che oggi dovrebbe essere affrontato con minore entusiasmo e maggiore senso critico. La storia è quella della famiglia del conte Anselmo Terrazzani, nobile con la passione dellantiquariato, di cui non capisce nulla, in cui larrivo della giovane Doralice, borghese data in sposa al rampollo di casa causa la cospicua dote, scatena le ire della matura contessa. Il testo non è fra i migliori né i memorabili del grande commediografo e la proposta del regista spagnolo non vi aggiunge gran interesse, tenuto conto che lintero spettacolo ruota attorno allunica trovata di cui abbiamo parlato più sopra. In altre parole ciò che manca è una lettura originale di unopera di per sé non straordinaria e questo pesa sullo spettacolo in modo quasi irreparabile.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Carlo Goldoni (1707 1793); regia: Lluís Pasqual; scene: Ezio Frigerio; costumi: Franca Squarciapino; musica: Antonio Di Pofi; luci: Sandro Sussi; interpreti: Virgilio Zernitz, Anita bertolucci, Aldo Ottobrino, Gaia Aprea; Eros Pagni, Paolo Serra, Enzo Turrin, Nunzia Greco, Piergiorgio Fasolo, Giovanni Calò, Massimo Cagnina.