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Eduardo De Filippo visse limmediato dopoguerra nella speranza di un cambiamento nella struttura sociale e di una riconquista dei valori perduti. Le sue opere di quel periodo, di stampo esplicitamente neorealista, sono pertanto intrise di questo desiderio di riscatto che si esplicita nella riflessione sui rapporti umani e familiari. Mentre nelle altre commedie di questo ciclo, inaugurato nel 1945 da Napoli Milionaria, a cui fece seguito Filumena Marturano, De Filippo si rivolgeva ai governanti per accusare lincomprensione nei rapporti sociali, che era stata leredità più spiacevole della Seconda Guerra Mondiale, con lauspicio, appunto, di un intervento positivo in tal senso da parte degli stessi, in Le voci di dentro, commedia scritta e rappresentata per la prima volta nel 1948, questa speranza si fa sempre più labile fino a dileguarsi nellimpossibilità di comunicare persino nellambito dei rapporti familiari.
La famiglia che De Filippo erge a emblema delle problematiche di cui sopra è quella dei Cimmaruta, apparentemente pacati piccolo-borghesi, vittime di una situazione paradossale: il vicino di casa Alberto Saporito, infatti, li accusa di avere ucciso un uomo e di avere nascosto le prove del misfatto, salvo poi realizzare (e confessare) di avere sognato tutto. Nonostante lestraneità totale al delitto, i Cimmaruta iniziano ad accusarsi vicendevolmente, dando vita ad una processione nel magazzino del vicino di casa, che vogliono convincere a tutti i costi a mostrare i documenti a conferma dei loro sospetti. Vista la reticenza di Saporito, infine i Cimmaruta progettano un delitto reale per coprire quello immaginario.
La vivace messinscena diretta da Francesco Rosi (regista dal passato cinematografico), le splendide e allusive scenografie di Enrico Job (che cura anche i costumi), la recitazione convincente di tutti gli attori (tra cui si distingue Luca De Filippo nei panni di Alberto Saporito) concorrono, insieme al testo di Eduardo De Filippo, a garantire lottima riuscita dello spettacolo. Chiude il quadro, già di per sé positivo, limpressione che lItalia rappresentata nella commedia, quella dellimmediato dopoguerra, non sia poi così distante da quella attuale, in cui le voci di dentro rendono estremamente complessi i rapporti interni di una società che, a dispetto dellexploit dei mass-media, si distingue per lincapacità di comunicare. (Roberta Balduzzi)
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Eduardo De Filppo Regia: Francesco Rosi Interpreti: Antonella Morea, Anna morello, Matteo Salsano, Luca De Filippo, Marco Manchisi, Gigi Savoia, Carolina Rosi, Matteo Mauriello, Chiara De Crescenzo, Giovanni Allocca, Giuseppe Rispoli, Adriano Mottola, Stefania Guida Scene: Enrico Job Costumi: Enrico Job, Cristiana Lafayette Luci: Stefano Stracchini.