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Genova Jazz 2007 Genova Jazz 2007 Hot

Genova Jazz 2007

ImageTre serate, invece delle due degli ultimi anni, un cartellone sulla carta equilibrato e interessante con la nuova formazione di uno dei padri del jazz- rock, Miroslav Vitous, il possibile confronto tra due diversi modi di interpretare il piano trio con il gruppo berlinese [em] e quello della pianista statunitense Lynne Arriale, l'attesissimo ensemble transalpino Romano – Sclavis –Texier. Il menù di Genova jazz 07, al Teatro dell'Archivolto da giovedì 18 a sabato 20 ottobre, aveva tutto per interessare il pubblico genovese; invece si deve registrare uno scarso interesse, considerando che la somma dei paganti delle tre serate non ha raggiunto il tutto esaurito che aveva ottenuto il solo quintetto di Dave Holland nella scorsa edizione.

Gli assenti hanno avuto torto? Sì e no. Sì, perché nell'asfittico panorama locale, tre concerti e quattro gruppi di questo livello sono comunque un'occasione da non perdere. No, perché non sempre il livello musicale ascoltato sul palco del teatro Gustavo Modena è stato all'altezza della splendida cornice che lo ospitava. Mi riferisco in particolare alla prima serata in cui il contrabbassista praghese Miroslav Vitous ha presentato il suo nuovo quartetto formato da Robert Bonisolo al sax tenore e soprano, Franco Ambrosetti alla tromba e Fabrizio Sferra alla batteria. Evidentemente molto nuovo, perché l'impressione è stata quella di quatto ottimi solisti alle prese con una serie di standard e temi originali suonati insieme per la prima volta.

ImageA questa sensazione si aggiungeva l'inspiegabile abuso di effetti elettronici di Vitous, che avevano, come unico risultato, di appesantire inutilmente le esecuzioni dei brani. Nella serata di venerdì il trio del pianista Michael Wollny con Eva Kruse al contrabbasso e Eric Schaefer alla batteria ha aperto con un set in cui si sono alternate luci e ombre: alla buona tecnica del leader (che ha al suo attivo anche un disco da solo) faceva da contrappunto una certa rigidità dei due compagni, unita ad un desiderio di strafare e dimostrare che spesso toglieva lucidità alle esecuzioni. Lynn Arriale invece ha dimostrato di saper padroneggiare perfettamente il suo strumento, proponendo brani originali e riletture jazz (“I mean you” di Monk) e rock (“Come together” dei Beatles). Grande romanticismo nelle esecuzioni, ma anche una certa superficialità che impediva l'autentica emozione.

ImageEmozione che invece è stata la protagonista assoluta della serata conclusiva quando il trio di Aldo Romano, Louis Sclavis e Henri Texier, insieme dal 1995 e con all'attivo tre splendidi dischi tutti per Label bleu,ha dimostrato una vitalità che ha pochi eguali nella scena contemporanea: temi affascinanti, capacità interpretativa ineguagliabile, humour e tecnica: un'ora e dieci senza cali di tensione e con un brano, “Annobon”, che entra di diritto nella storia del jazz. (Danilo Di Termini)

 
servizio fotografico di Umberto Germinale

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