Da qualche tempo Paolo Rossi lavora su un tipo di teatro che parte da testi sacri (Shakespeare, Molière, la stessa Costituzione del nostro paese) per farne spettacoli in cui lironia sintreccia con lattualità e il gusto dello sberleffo. Ciascuna di queste operazioni è riuscita in varia misura, sia per quanto riguarda loriginalità dello spettacolo, sia per lesito linguistico. Lincontro con Fëdor Mihajlovič Dostoevskij (1821 1881), dal cui Il giocatore (1866) nasce questo I giocatori, non è stato particolarmente felice. Molto probabilmente alla radice di questo risultato parziale cè lessenza stessa della biografia e dellopera del grande scrittore russo, le cui malinconia e tristezza mal si prestano a manipolazioni di sorta.
In questo caso si tratta dellipotesi di una scuola di recitazione, lo spettacolo ha debuttato nel luglio 2006 sotto forma di studio, in cui un direttore, in panni quasi moderni, insegna agli allievi a recitare prendendo dal canovaccio del romanzo. Un testo scritto in meno di un mese per adempiere a vessanti obblighi editoriali, in larga parte autobiografico e basato sulla descrizione dellossessione del gioco. Lo sfondo è fornito dalla città di Baden Baden, ridente cittadina termale tedesca, divenuta, alla metà dell800, la capitale estiva d'Europa e uno dei centri di gioco e villeggiatura preferiti dalla nobiltà e dalla grande borghesia. Qui sincrociano i destini di un nobile squattrinato, vari personaggi rovinati dal gioco e unanziana signora che, proprio in punto di morte, cade preda del demone della roulette. Il regista e direttore del casinò è in scena sin quasi dallinizio e guida la recitazione degli attori, li indirizza nello svolgimento della storia, commenta tendo ben in vista le questioni delloggi. Nel complesso loperazione manza di nerbo, si fa spesso ripetitiva, mentre le osservazioni contemporanee, alcune delle quali già sentite in altre occasioni, non hanno neppure un grammo del mordente che ha reso famoso questo teatrante.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: dal romanzo Il giocatore di Fëdor Mihajlovič Dostoevskij (1821 1881); elaborazione drammaturgica: Paolo Rossi, Carolina De La Calle Casanova, Stefano Dongetti, Alessandro Mizzi; regia: Paolo Rossi; coregia: Maria Consagra; costumi: Angela Tagliabue; direzione musicale: Emanuele Dell'Aquila; interpreti: Paolo Rossi, Nazareno Bassi, Federico Bonaconza, Laura Bussani, Carolina De La Calle Casanova, Stefano Dongetti, Paolo Faroni, Alessandro Mizzi, Valentina Picello, Valentina Scuderi, Ivan Zerbinati.