Simone Cristicchi è veramente un artista polivalente. Attore, cantautore, poeta, autore, pittore anche, forse. è più conosciuto per la seconda delle sue attività che non per le altre.
Dopo due spettacoli molto ben accolti dal pubblico e dai critici, è ora la volta di Manuale di volo per uomo, un monologo poetico e commuovente di un adulto rimasto bambino ambiento in una camera bianca che ricorda un ospedale, ma potrebbe anche essere un locale di un manicomio o di un obitorio. Gli è compagno un letto imbottito di cuscini che simulano un cadavere, più esattamente il corpo della madre. Lui si rivolge a questo simulacro di cadavere come parlasse a una persona viva e gli racconta della sua vita e di tutte le umiliazioni e dolori a cui è stato sottoposto sino ad ora, approdo di un’esistenza marginale e sofferta, paradigma di milioni di vite umiliate e offese. È un monologo poetico, straziante nella sua apparente semplicità. In realtà configura un mondo molto diverso da quello in cui vive la maggioranza delle persone, ma che non è meno reale di quelli che ci vengono solitamente rappresentati.