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Inviato da Umberto Rossi
23 Marzo, 2007
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La Trilogia della villeggiatura (Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura) rappresenta uno dei momenti più alti della vocazione sociale del teatro di Carlo Goldoni (1707 1793). Scritta fra il 1771 e il 1772 anima ad una sorta di fustigante orazione contro le follie di quanti sindebitano e rovinano per poter seguire la moda di andare in villa durante lestate. Un manifesto morale che andava oltre le tendenze correnti per farsi denuncia del dilagante costume, soprattutto da parte della borghesia, di dilapidare risorse consistenti per seguire le mode. In questa rovinosa scelta cera la speranza di nobilitarsi e raggiungere il prestigio che, sino ad allora, spettava alla nobiltà.
I tre copioni seguono le peripezie di un gruppo di personaggi, quasi tutti squattrinati o dediti al parassitismo, che brigano per andare in villeggiatura e, una volta arrivati in campagna, mantenere un tenore di vita agiato salvo, una volta rientrati a casa in autunno, dover fare fronte ai debiti. Il gruppo teatrale formato dalle compagnie Le belle bandiere Diablogues e Teatro degli Incamminati propone una bella e fantasiosa versione della prima commedia che si segnala per genialità economica (quattro attori che ricoprono ben undici ruoli, una scenografia semplicissima formata da un lampadario e tre seggiole) e per gusto stilistico. Questultimo si basa sullesasperazione dei toni comici e degli abiti, in direzione di un grottesco sociale acuto e lucido. In altre parole uno spettacolo di grande intelligenza e forte spirito innovativo che recupera, nel profondo, gli umori del testo di partenza senza impantanarsi in difficili e spesso sterili ricostruzioni filologiche o farne una semplice pretesto per operazioni davanguardia. Da notare anche un certo gusto per il teatro nel teatro (il cameriere dai molti nomi, le entrate asincrone alla scena) che aggiungono un grano si sale ad una proposta già saporita.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testi: Carlo Goldoni (1707 1793); elaborazione, regia, interpretazione: Elena Bucci, Stefano Randisi, Marco Sgrosso, Enzo Vetrano