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Notte araba ···· Notte araba ···· Hot

Notte araba ····

Image Notte araba (2001) del tedesco Roland Schimmelpfennig è uno di quei testi teatrali in cui la compattezza  si salda all’approfondimento psicologico, l’unità di luogo al valore metaforico della storia. In una calda notte estiva, in un grande condominio, si incrociano i destini di cinque personaggi: una donna d’origine araba, amante di un connazionale, un signore solitario, incline a guardare di soppiatto le signore che si fanno la doccia, una giovane traumatizzata da una grave vicenda subita nell’infanzia e il portiere dell’edificio dalla biografia non meno contorta. La realtà si somma alla fantasia, lo sguardo oggettivo al fantastico – simbolico, così il guardone finisce dentro una bottiglia, che  cade dal settimo piano e il portiere ha un sogno (o un ricordo?) di un episodio che si incrocia con il dramma della giovane donna.

Allo stesso modo l’amante arabo, vittima di un guasto dell’ascensore, finisce per incontrare una teoria di donne che non aspettano solo lui per calarsi gli indumenti intimi. In questo, più che un dato reale, c’è la materializzazione di un sogno che alimenta da sempre l’immaginario maschile. In altre parole siamo in presenza di un testo che materializza un gioco raffinato fra verosimile e irreale, utilizza un’apparente linearità per proporre un’intrigante complessità. Ci sono i sogni e le frustrazioni di tante persone normali, c’è il dramma della perdita delle memoria individuale, in una società caotica e livellante, ci sono i momenti umoristici dietro ai quali si nascondono autentici drammi. La regia di Sergio Maifredi asseconda questa complessità con una direzione che alterna tragedia a ironia senza mai perdere il filo di un discorso unitario e complesso. La recitazione – Lisa Galantini, sempre più brava, Simonetta Guarino, Rosario, Lisma, Andrea Casentino e, soprattutto uno straordinario Jurij Ferrini – si piega docilmente e creativamente alle indicazione di regia, così come la scenografia di Emanuele Conte, che unisce, come sua abitudine, semplicità a funzionalità.
valutazione: 1 2 3 4 5

Testo: Roland Schimmelpfennig; traduzione: Umberto Gandini; regia: Sergio Maifredi; scene: Emanuele Conte; interpreti: Andrea Cosentino, Jurij Ferrini, Lisa Galantini, Simonetta Guarino, Rosario Lisma

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