Permettetemi di iniziare questa recensione con una nota personale. Non sono mai stato un fanatico delle regie di Marco Sciaccaluga di cui ho sempre apprezzato la serietà e il professionismo, ma sono sempre stato dubbioso del livello d’innovazione.
Per questo sono rimasto piacevolmente sorpreso assistendo al saggio finale del suo master di recitazione dedicato al Principe Amleto, tanto da attendere con trepidazione la seconda parte di questo progetto dedicato al testo di Tom Stoppard Rosencrantz e Guildenstain sono morti (1966). Stessi attori, identica scenografia e maschere. Su queste ultime è bene soffermarsi un momento visto che conferiscono un tocco brechtiano all’intero progetto e permettono la rotazione degli interpreti senza che (quasi) il pubblico se ne accorga. Uno dei punti di forza del progetto è nella compagine degli attori, dodici giovani senza alcuna distinzione fa maschi e femmine che all’inizio dello spettacolo, a volto scoperto, hanno denunciato con forza l’aggressione che il governo ha fatto lo scorso anno al settore culturale tagliando ancora una volta i fondi destinati a questo campo. Una pratica che, purtroppo, è prassi nel nostro paese e fonte di innumerevoli battute da parte di politici spregevoli quanto incolti, come prova la frase lei provi a farsi un panino con la cultura pronunciata, pochi anni or sono, da un ministro della Repubblica. Spettacoli come questo sono la prova della vivacità e della forza di un settore, nonostante tutto, in pieno rigoglio. Nel chiudere vogliamo citare tutti gli interpreti come segno del nostro sostegno al loro impegno e augurio per un futuro successo che non mancherà di arrivare: Maurizio Bousso, Francesco Bovara, Simone Cammarata, Giulia Chiaramonte, Giada Fasoli, Elena Lanzi, Lisa Lendaro, Gianmarco Mancuso, Federico Pasquali, Laura Repetto, Francesca Santamaria Amato, Chiarastella Sorrentino.