Trilogy in two nasce da un libretto e si avvale della regia del compositore Andrea Liberovici. È un monumento alle capacità canore dell’americana Helga Davis e a quelle musicali dello Schaffeld Ansemble, diretto da Sara Caneva.
Siamo in presenza di un inno alla bellezza in cui domina la poesia e dove sarebbe pretestuoso, per un non specialista, trovare un filo conduttore netto. Siamo in presenza di uno spettacolo a cui abbandonarsi gustando sensorialmente la magia del teatro del suono, lasciarsi andare senza pretese di razionalità. Una proposta resa ancor più fascinosa dalla scelta di lasciare il canto in inglese, affidando ai sottotitoli la decifrazione delle parole. Qui ciò che conta non è tanto il senso quanto il suono dei termini e dei silenzi. L’autore sottolinea come la proposta sia incardinata sia sul Faust, sia sulla figura di Florence Nightingale, la fondatrice dell’assistenza infermieristica, figure espressamente citate, ma anche in questo caso siamo in presenza di riferimenti validi più per le assonanze che suscitano che per altro.