Non si uccidono così anche i cavalli? (They Shoot Horses, Don't They?, 1969) è un il titolo si un romanzo di Horace McCoy (1897– 1955) da cui il regista Sydney Pollack (1934 – 2008) ha tratto, nel 1969, un film che, all’epoca, suscitò roventi polemiche. Ambientato negli anni della grande crisi americana in una sala da ballo in cui si teneva una maratona di danza (genere di spettacolo all’epoca molto praticato) fu letta da molti come una metafora dalle ingiustizie e della ferocia che soffiavano sulla società statunitense. Da notare che si era in piena guerra del Vietnam (1955 – 1975) e che Hollywood era particolarmente impegnata a contrastare il conflitto. Il regista teatrale Giancarlo Fores ha ripreso in mano questo testo ambientandolo ai giorni nostri e, di conseguenza, mutandone l’obiettivo in una critica dei talent o contest che dir si voglia, di cui sono ricche le programmazioni televisive. Questo spostamento causa un fallimento dell’intero progetto visto che epoche, situazioni e problemi sono completamente diversi. Ne nasce una proposta non sanata dal virtuosismo dei giovani interpreti che non riescono a rendere credibile il loro immolarsi per uno scopo tutto sommato modesto. Non si dubita che oggi ci siano ragazzi e ragazze disposti a tutto pur di conquistarsi i loro cinque minuti di notorietà, ma questa disponibilità ha caratteri incomparabili con quella dell’epoca del romanzo, così come non è facile paragonare la vera fame che dovevano fronteggiare i poveri negli anni trenta con la mancanza di successo di oggi
Ambientato negli anni della grande crisi americana in una sala da ballo in cui si teneva una maratona di danza (genere di spettacolo all’epoca molto praticato) fu letta da molti come una metafora dalle ingiustizie e della ferocia che soffiavano sulla società statunitense. Da notare che si era in piena guerra del Vietnam (1955 – 1975) e che Hollywood era particolarmente impegnata a contrastare il conflitto. Il regista teatrale Giancarlo Fores ha ripreso in mano questo testo ambientandolo ai giorni nostri e, di conseguenza, mutandone l’obiettivo in una critica dei talent o contest che dir si voglia, di cui sono ricche le programmazioni televisive. Questo spostamento causa un fallimento dell’intero progetto visto che epoche, situazioni e problemi sono completamente diversi. Ne nasce una proposta non sanata dal virtuosismo dei giovani interpreti che non riescono a rendere credibile il loro immolarsi per uno scopo tutto sommato modesto. Non si dubita che oggi ci siano ragazzi e ragazze disposti a tutto pur di conquistarsi i loro cinque minuti di notorietà, ma questa disponibilità ha caratteri incomparabili con quella dell’epoca del romanzo, così come non è facile paragonare la vera fame che dovevano fronteggiare i poveri negli anni trenta con la mancanza di successo di oggi