Così è (se vi pare) è un’opera teatrale tratta da La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, novella di Luigi Pirandello pubblicata nel 1917 nella raccolta E domani, lunedì.... Lo stesso anno il grande drammaturgo siciliano la trasformò per potere essere rappresentata sulle scene con la sua stessa regia al Teatro Olimpia di Milano.
Quasi tutti le figure presenti nello scritto vengono traslate nella commedia, con l’aggiunta di Lamberto Laudisi che sostituisce la figura del narratore e diviene centrico per ogni parte del melodramma. È facile intuire come questo personaggio abbia molte delle caratteristiche di chi lo ha creato e che le frasi da lui dette rappresentino il pensiero dell’autore. Altra aggiunta importante, a parte i due incontri tra suocera e genero, è l’avere dato corpo e voce alla moglie dell’uomo, fornendo un ulteriore dubbio a chi era convinto di avere capito qualcosa dell’intrigata vicenda. La commedia che noi conosciamo è nata da un completo rimaneggiamento fatto dallo stesso Pirandello nel 1925 che si era reso conto che certi dialoghi potevano essere migliorati. La figura di Lamberto Laudisi è interpretata da Filippo Dini, quarantacinquenne genovese diplomatosi alla Scuola del Teatro Stabile e responsabile di questa nuova traslazione: attorno a lui ruota ogni cosa, lui è un riferimento per le verità credute da persone cui l’unica certezza è di non avere certezze. Si avvicina al testo con piglio intellettuale, creando dialoghi urlati sempre bene espressi da una lingua forbita caratterizzante di tutta l’opera del figlio di Girgenti. L’approccio è perfetto e ricrea immediatamente le giuste atmosfere, mentre nella seconda parte preferisce stemperare la tensione con qualche raffinata macchietta, per poi riprendere saldamente il tono più drammatico. Coadiuvato da un gruppo di attori di assoluto livello quali Maria Paiato - che ha guadagnato convinti applausi a scena aperta – e Andrea Di Casa – che non ha fatto rimpiangere Giuseppe Battiston interprete dello stesso personaggio al Teatro Carignano di Torino – Filippo Dini crea una bella amalgama di attori tutti di livello in grado di reggere questo trattato sulla pazzia in cui trionfa il relativismo, in cui non importa quello che è ma quello che appare, in cui possono esistere verità antitetiche in cui è impossibile capire dove sia il giusto e dove lo sbagliato. Con la stessa logica di Pirandello che parlava attraverso Lamberto Laudisi, Dini lo interpreta in maniera da potere influenzare il comportamento degli altri personaggi. È bravo, rende perfettamente la supponenza di questo uomo che dice una cosa che convince tutti per poi affermare l’esatto opposto: forse, non è una scelta felice relegarlo su di una carrozzella quasi per aiutarlo a renderlo più umano.