Il Teatro stabile di Genova ha presentato God’s Official dell’irlandese Robert Farquhar, nella traduzione di Carlo Sciaccaluga, in apertura della Rassegna di Drammaturgia moderna 2017, con il titolo L’arbitro di Dio (Quel gol non era gol).
Il testo, con la stessa regia di Alberto Giusta e i medesimi attori (Andrea Di Casa, Massimo Rigo, Marco Zanutto) è ora inserito nel cartellone del Teatro Nazionale di Genova. La storia è semplice e decisamente originale: un tifoso accanito sequestra l’arbitro della partita persa dalla sua squadra del cuore ritenendolo colpevole di aver convalidato un gol che ha mandato in serie B la squadra. Il sequestratore si fa aiutare da un complice sperando di far confessare al referee l’errore commesso in modo da giustificare la richiesta di rigiocare la partita. Da qui una serie infinita di inciampi che rimandano sia alla comicità dei Monty Python a cui il drammaturgo s’ispira sia alla musica dei Beatles apertamente citata dalla maglietta indossata dal sequestrato. Lo spettacolo è ricco di spunti e battute comiche, ma appare eccessivamente dilatato, tanto che la geniale trovata d’apertura finisce per disperdersi nel corso della recita. L’idea di fare del calcio una sorta di metafora della vita e una chiave di volta utile a far emergere gli inciampi dell’esistenza è interessante e tutt’altro che banale, ma il testo, quantomeno nella versione di Alberto Giusta, punta più sugli effetti comici che sull’approfondimento di questi aspetti finendo coll’impoverire la portata del testo. Ciò nonostante quello che rimane è uno spettacolo di forte suggestione e interesse.