Con Alda diario di una diversa Giorgio Gallione, drammaturgo e regista, ha attinto a piene mani dalla sua riserva di poeticità. Il testo è un omaggio all’odissea di cui fu vittima Alda Merini, all'anagrafe Alda Giuseppina Angela Merini (1931 – 2009), poetessa e scrittrice italiana.
Se nello spettacolo precedente di questo teatrante riferito a Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, il discorso, pur senza tralasciare la componente poetica, teneva molto conto del valore sociale dell’opera del friulano, qui a dominare sono i moti dell’anima della donna che viene reclusa per anni in manicomio e trasferisce in quei locali di costrizione le tensioni più drammatiche e vitali della sua esistenza. L’autore e regista, d’accordo con lo scenografo Giovanni Di Cicco riempie il palcoscenico di sabbia (simbolo di una natura che potrebbe essere ancora incontaminata), utilizza cinque danzatori (quattro donne – come le figlie della poetessa – e un uomo) e un’attrice, Milvia Marigliano che molti ricordano nel ruolo della madre di Cucchi in Sulla mia pelle regia di Alessio Cremonini. I ballerini danno un aspetto poetico e drammatico al tragico itinerario di una donna che, diagnosticata di personalità bipolare, passerà ben 12 anni reclusa in manicomio. Ciò che preme a Giorgio Gallione è mettere in evidenza sia la diversità sia il valore poetico della produzione di questa autrice. Ci riesce ricorrendo agli stessi scritti della protagonista e non tralasciando la forte carica erotica che l’animava e che fu utilizzata dai suoi carnefici come aggravante della sua condizione. Ne nasce uno degli spettacoli più interessanti visti sui palcoscenici negli ultimi tempi, un’occasione da non perdere.