Harold Pinter (1930 – 2008) drammaturgo, regista, attore teatrale, sceneggiatore, scrittore e poeta è stato una delle voci più significative della cultura britannica, tanto da essere coronato, nel 2005, con il Premio Nobel. Molti dei suoi copioni sono considerati fra i testi più importanti del cosiddetto teatro dell'assurdo.
Per Night Bar Valerio Binasco ha scelto quattro atti unici (Il calapranzi – Tess - L’ultimo ad andarsene – Night) che hanno in comune sia l’ambientazione nei locali di un pub o negli spazi sottostanti, sia la capacità di questo autore ad utilizzare un linguaggio quotidiano innescandolo in situazioni surreali. Nel primo testo due killer attendono il via dal committente, nascosti nei fondi di un locale fatiscente, e discutono di cose banali (calcio, fatti di cronaca) sino all’esplodere della tragedia. In Tess una donna marginale discute quasi amabilmente con un uomo che beve da solo e quasi non si accorge di lei. Ne L’ultimo ad andarsene un venditore di giornali si fa il bicchiere della staffa con titolare dell’esercizio che non aspetta altro se non chiudere il locale. In Night una coppia rievoca il passato, ma scopre che ciascuno dei due ha ricordi e prova sensazioni, tranne le pulsioni erotiche, del tutto differenti. Il regista affronta questi testi dando un particolare risalto agli aspetti comici e in questo annacquando in parte il dolore e la disperazione che costituiscono uno degli elementi di fondo della poesia pinteriana. Questa scelta, se va incontro al sentire di una parte del pubblico, finisce anche col ridurre la forza e l'attualità della proposta. Non a caso questi testi sono stati scritti e rappresentati la prima volta fra la fine degli anni cinquanta e quella dei sessanta, in momenti in cui l’Inghilterra era attraversata da forti tensioni sociali significativi rivolgimenti culturali (si pensi alle invenzioni di Mary Quant nel campo della moda o alla musica dei Beatles) legati, in parte, sia agli sviluppi della società, sia alla perdita del ruolo coloniale della Gran Bretagna. Di quei momenti la poesia, il lavoro teatrale e cinematografico – sceneggiò, fra gli altri, Il servo (The Servant, 1963) L'incidente (Accident, 1967) e Messaggero d'amore (The Go-Between, 1971) di Joseph Losey – di questo autore sono una testimonianza irrinunciabile. È questo che si perde, in parte, nella proposta, professionalmente perfetta, di questo regista.