Michele Serra e Giorgio Gallione hanno preso spunto da due romanzi di quest’ultimo, Gli sdraiati (2014) e Breviario comico (2010), per costruire uno spettacolo, Father and son, di grande impatto professionale ed emotivo. È la radiografia, tenera e ironica, del rapporto fra un padre della vecchia generazione, uomo di successo attento ai doveri ma non insensibile ai diritti, che tenta di rendere simile a sé un figlio, apparentemente disorganizzato e casinaro, che solo alla fine scopre essere semplicemente devoto a una specifica linea di ordine ed esigenze vitali.
Gran parte del discorso ruota attorno a un'escursione al Colle della Nasca, in Piemonte. Per il padre è una tappa fondamentale per misurare la crescita del figlio, per quest’ultimo un’imposizione quasi priva di senso. Quando i due riusciranno finalmente a trovare un accordo, il genitore scoprirà che il giovane è tutt’altro che uno sprovveduto indolente, bensì un essere umano che vuole crescere a modo suo. Il regista e l’attore protagonista, Claudio Bisio, rispettano la sostanza del libro, già aggetto nel 2017 di una riduzione cinematografica ad opera di Francesca Archibugi, interpreti lo stesso Claudio Bisio e il giovane Gaddo Bacchini. La differenza fra i due approcci è significativa: mentre la cineasta si muove sulla falsariga di un dramma familiare, si veda lo spazio concesso all’ex- moglie del protagonista, il regista teatrale centra lo sguardo sul rapporto padre – figlio, in particolare sulla difficoltà di accettare il sorpasso delle giovani generazioni come dimostra l’ultima battuta dello spettacolo che suona: ora posso invecchiare. In quest’ottica tutto ciò che appariva caotico e incasinato nella descrizione del comportamento del giovane, diventa semplicemente un segno di diversità. Lo spettacolo è pregevole per accuratezza professionale, ma troppo costretto in una fedeltà al testo che esalta i momenti farseschi a scapito del dolore e la melanconia.