Albert Camus, premio Nobel per la letteratura 1957, iniziò a scrivere Caligola (Caligula) nel 1938, ma lopera fu rappresentata per la prima colta solo nel 1945, per linterpretazione di Gérard Philipe. Limperatore romano è colto nella piena giovinezza, disperato per la morte improvvisa di Drusilla, sua sorella e amante. Il lutto straziante lo induce ad una sorta di pazzia: se la morte è inevitabile e il destino imperscrutabile, allora nulla ha senso e limperatore, il solo che può dare sfogo alle proprie passioni, ha tutti i diritti, anche quelli di compiere i misfatti più crudeli, come far uccidere a caso e senza alcuna ragione i membri della corte, spogliarli degli averi, violentarne le mogli sotto i loro occhi.
E' un bagno di sangue che spingerà i nobili ad ordire una congiura e ad ucciderlo, ma il monarca accetterà di morire più come lapprodo ad un suicidio a lungo cercato che non come conseguenza di una ribellione politicamente motivata. Vi è in questo personaggio uneco diretta di Meursault, il protagonista de Lo straniero (1942), che uccide per noia, per mancanza di senso della vita, per malessere esistenziale. Corrado DElia -regista, costumista e interprete ha curato una nuova edizione di Caligola orchestrata su toni alti, della recitazione come del malessere morale del protagonista. Un discorso che ben si plasma sullanonimato che opprime la stragrande maggioranza del genere umano spingendo molti a gesti, anche crudeli, la cui molla profonda è la riconquista di unindividualità perduta. In questo senso lassolutezza e il capriccio del potere sfumano in una malessere generalizzato che trova nella paura della morte il paradigma di quel nulla in cui siamo immersi ogni giorno.
valutazione: 1 2 3 4 5
Testo: Albert Camus (1913 - 1960); traduzione: Franco Cuomo; regia e costumi: Corrado D'Elia; scene: Fabrizio Palla; interpreti: Corrado D'Elia, Giovanna Rossi, Gustavo La Volpe, Rosario Lisma, Gianlorenzo Brambilla, Stefano Annoni, Marco Brambilla, Fabio Paroni, Enea Montini, Laura Iachetta, Francesca Martire.