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Medea (a)

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Medea
Autore
Euripide traduzione Umberto Albini.
Interpreti
Franco Branciaroli, Antonio Zanoletti, Alfonso Veneroso, Tommaso Cardarelli, Livio Remuzzi, Elena Polic Greco, Elisabetta Scarano, Serena Mattace Raso, Arianna di Stefano, Francesca Maria, Odette Piscitelli, Alessandra Salamida, Raffaele Bisegna, Matteo Bisegna.
Scene
Francesco Calcagnini riprese da Antonella Conte
Luci
Sergio Rossi riprese da Cesare Agoni
Compagnia
CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati, Piccolo Teatro di Milano Teatro d'Europa.

A venti anni dalla bella messa in scena del dramma di Euripide con la regia di Luca Ronconi e l’interpretazione di Franco Branciaroli – era il 1996 – il CTB Centro Teatrale Bresciano, il Teatro de Gli Incamminati ed il Piccolo Teatro di Milano Teatro d'Europa hanno unito le proprie forze per riproporre il testo affidando la rilettura dello spettacolo a Daniele Salvo. Dopo il rodaggio bresciano avvenuto in primavera, ecco la tournée in giro per l’Italia e all’estero.

IIn scena quattordici attori che coralmente rendono vivida la storia di questa divinità con debolezze umane. Medea deve espiare le proprie colpe. Entra in scena con le mani sporche di sangue del fratello Apsirto appena ucciso, ha procurato la morte di molte persone ma la sua più grande colpa è legata al Vello d’Oro. Medea in greco significa astuzia, scaltrezza e lei fa onore al suo nome. È una maga, una donna crudele, una madre amorevole che compie un atroce delitto per vendicarsi del marito. È sola, ha tutti contro, non riesce o forse non vuole averne l’amicizia: ha bisogno della complicità delle Donne di Corinto e si presenta come femminista in grado di aiutarle a ottenere il rispetto degli uomini. È una straniera temuta ed osteggiata anche per essere una Maga. Il dramma scritto da Euripide si svolge tutto in un giorno, a Corinto dove Medea è approdata anni prima lasciando la Colchide per seguire l’argonauta Giasone, da cui ha avuto due figli prima che questi la ripudiasse per sposare Glauce, figlia del re Creonte. Lei, sentendosi tradita e offesa, medita la più atroce delle vendette: avvelena la rivale e uccide i figli Mermero e Fere avuti dall’uomo che l’ha tradita. Per capire lo spirito con cui Ronconi si era avvicinato ad una delle tragedie greche più rappresentate, può essere utile trascrivere quando da lui scritto quale spiegazione della sua trasposizione: Le letture in chiave psicologica di Medea portano a considerare questo personaggio il prototipo dell'eroina combattuta tra il rancore per il proprio uomo e l'amore per i propri figli; d'altra parte le analisi sociologiche tendono a trasformare la principessa della Colchide in una sorta di precorritrice del movimento femminista. Se si cerca di restituire alla tragedia il suo autentico significato politico, ci si accorge però che, per il pubblico ateniese dell'epoca di Euripide davanti al quale Medea fu rappresentata per la prima volta, lo snodo principale dell'azione doveva essere il dialogo tra Medea ed Egeo: in virtù dell'accordo stabilito tra i due personaggi, proprio Atene si prepara infatti a diventare teatro per la devastante passione di Medea, una volta che quest'ultima abbia portato a termine a Corinto il proprio disegno di vendetta. (…) Medea tende a presentarsi non tanto come una donna lacerata dall'amore o come una femminista ante litteram, quanto piuttosto come una minaccia, e per di più come una 'minaccia' che incombe imminente sul pubblico. Il lavoro del regista Daniele Salvo è stato molto rispettoso nei confronti di quanto realizzato da Ronconi, e ha unicamente attualizzato alcuni momenti utilizzando filmati che appaiono su grandi schermi. Efficace soprattutto l’inizio con un’operazione a cuore aperto a cui si contrappongono immagini di una natura ostile. Jacques Reynaud ha vestito Medea e ha animato il palcoscenico con poche sedie bianche, poltrone in legno da cinema, una scala altissima su cui salgono e scendono gli attori per raccontare loro personali ascese e cadute nello sviluppo del racconto. Franco Branciaroli conferma di essere l’interprete perfetto per questa Medea, donna che attraversa momenti di dolore, di paura, di orgoglio che la costringe alla decisione di uccidere il frutto del suo seno. Alfonso Veneroso – già interprete nell’edizione del 1996 - urla il dolore di Giasone, le Donne di Corinto sottolineano i vari momenti narrativi. I figli della Maga sono interpretati da due fratelli di 9 e 6 anni - Raffaele e Matteo Bisegna - con bravura e lievità, sgambettanti e sereni fino a quando, coperti di sangue, rappresentano senza pudore il dramma di una madre assassina.
 

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opinioni autore

 
Medea (a) 2017-10-31 15:57:29 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
7.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    31 Ottobre, 2017
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10
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