Prigioniero della seconda strada è fra i testi di maggior forza del drammaturgo newyorchese Neil Simon. Scritto nel 1972, in piena guerra vietnamita e in un momento in cui lopinione pubblica americana sinterroga, con sempre maggiore inquietudine, sulla sorte del paese, il copione racconta sei mesi nella vita di una coppia della classe media che, improvvisamente, precipita nel panico a causa di un concatenarsi dincidenti che ne mettono in discussione lo status di relativa sicurezza e benessere. La scintilla da cui parte lincendio è il licenziamento del marito, un cinquantenne dirigente di una società di pubblicità che, dalla sera alla mattina, si trova a dover fare i conti con un mercato del lavoro che lo considera poco più di un rottame.
Ci sono, poi, le tensioni familiari innescate dal ritorno al lavoro della moglie e i vari incidenti di percorso come lo svaligiamento dellappartamento e le liti con i vicini. E un testo molto interessante, ricco di spunti e che, nel 1975, è stato allorigine di una bella versione cinematografica, a firma di Melvin Frank, interpreti Jack Lemmon e Anne Bancroft. Numerose, poi, le messe in scena italiane fra le quali ci piace ricordare quella del 1996, per la regia di Tonino Pulci e linterpretazione di Massimo Dapporto e Benedetta Buccellato. Ledizione che oggi ci propone Attilio Corsini (adattatore, regista e interprete) non ha molti pregi e sconta la pesante ipoteca di una Claudia Koll più decorativa che reale protagonista. La scenografia è scialba e la regia punta sugli effetti comici, mettendo da parte qualsiasi ipotesi di rilettura o attualizzazione del testo. Ne risulta uno spettacolo monotono, ben poco divertente e privo di qualsiasi riferimento al clima e ai problemi doggi.
valutazione: 1 23 4 5