Il drammaturgo svedese Johan August Strindberg (1849 – 1912) scrisse Danza Macabra, in originale Danza di Morte, nel 1900 in una sola settimana firmando uno dei testi più rappresentativi della sua produzione. Lo svizzero Friedrich Dürrenmatt (1921 – 1990) non era soddisfatto delle traduzioni e degli adattamenti realizzati sino ad allora di questo testo per cui, nel 1969 mentre era parte della direzione del Teatro di Basilea, scrisse Play Strindberg che nel titolo cita Play Bach, un pezzo del Jacques Loussier's jazz trio, e parte dal copione di August Strindberg, ma lo innova al punto di farne un testo autonomo.
La maggiore novità consiste nell’adattamento stesso, con i tre attori - il marito, la moglie e il cugino amante della stessa - che animano lo spettacolo rinchiusi in un ring in cui agiscono per undici round aperti e chiusi dal suono del gong. E’ l’immagine diretta ed efficace di quel matrimonio che Guy de Maupassant (1850 – 1893) giudica uno scambio di cattivi umori di giorno e di cattivi odori di notte. Tutto si svolge su un’isola quasi abbandonata da Dio ed è incentrato su Edgar e Alice che sono alle soglie delle nozze d'argento. Entrambi, sono insoddisfatti delle loro vite, si reputano, a ragione, dei falliti. Lui, capitano dell'esercito, non è riuscito a fare carriera, mentre la donna, che ha abbandonato il lavoro di attrice per sposarsi, rimpiange il passato e detesta il presente. L’arrivo del cugino e, un tempo, amante della donna rimette in moto le dinamiche interne alla copia, scatena l’odio di lei e i propositi di vendetta di lui, mentre il terzo incomodo finisce stritolato da questo scontro e si trasforma in una sorta di vittima sacrificale. Friedrich Dürrenmatt porta agli estremi il conflitto, da qui l’immagine del ring e la scansione in round, accentuando le tendenze misogine dell’autore nordico sino al punto di marcare i protagonisti come figure prive di qualsiasi speranza.