L’isola degli schiavi di Pierre de Marivaux (1688-1763) e stato rappresentato per la prima volta nel 1725 alla Comédie Italienne. Racconta di un’isola misteriosa su cui naufragano due ricchi padroni con i loro servi.
Qui vige una legge che costringe schiavi e signori a scambiarsi ruoli e vestiti prima di ritornare nel mondo, redenti da rancore e arroganza. E’ una sorta di rappresentazione della lotta di classe cent’anni prima delle teorizzazioni di Karl Marx (1818 – 1883) in cui sono denunciate sia la violenza dei padroni, sia il rancore e le umiliazioni subite dai servi. L’attrice e regista Irina Brook (1962), figlia de grande teatrante Peter e di Natasha Parry, ha preso in mano questo testo per una coproduzione fra il Teatro Stabile di Genova e il Théâtre National de Nice, uno spettacolo che ha come protagonisti quasi esclusivamente ex allievi della scuola dello Stabile genovese. L’ambientazione è moderna con i naufraghi che sbarcano sull’isola dopo un disastro aereo, i costumi sono dei nostri giorni o occhieggiano agli anni della belle époque, la scena – pochi arredi piantati su una distesa di sabbia – è funzionale e intenzionalmente furori dal tempo. Ne risulta una proposta accattivante e originale la cui portata pacificatrice ha il buon sapore di un’utopia che riconcilia personaggi e classi. Una nota di merito per gli interpreti fra cui Martin Chishimba, che si è fatto le ossa alla prestigiosa scuola dello stabile milanese, e Marisa Grimaldo formatasi alla scuola dello stabile di Genova. In poche parole una proposta intelligente e interessante da non perdere.