Nel 1986 Robert Altman portò sullo schermo Terapia di Gruppo (Beyond Therapy), testo teatrale di successo dell’attore e commediografo americano Christopher Durang (1949). Vi si raccontavano le storie intrecciate dei pazienti di due psichiatri scentrati e stravaganti non meno dei loro clienti.
In poche parole un quadro complicato e divertente di un gruppo di newyorchesi benestanti preda di tensioni che oscillano fra l’omosessualità e la ricerca della realizzazione di se stessi. Ora Stefano Messina dirige e interpreta la versione italiana di questo testo curata da Giovanni Lombardo Radice. Ne nasce uno spettacolo ad un tempo datato e divertente. Datato perché i temi affrontati – la ricerca di una precisa identità sessuale, la mania per la psicanalisi – appartengono ad una fase specifica del costume americano. Divertente in quanto molte delle battute, più ancora che le situazioni, sono ancora vitali. Si aggiunga che la compagnia che produce, Attori & Tecnici, ha alle spalle una lunga lista di testi farseschi, ad iniziare dall’epoca in cui a guidarla era Attilio Corsini e dal lungo successo di Rumori fuori scena dell’inglese Michael Frayn (1933), spesso di buon successo. In questo caso la resa è media nel senso che gli attori riescono a far funzionare un vecchio copione mascherandone abbastanza bene l’età. Ciò che proprio manca è un attualizzazione che faccia rivivere oggi ciò che era attuale ieri. Senza questo sforzo rimane solo una proposta divertente, ma impolverata.