Il programma di scena definisce Alice Underground, messo in scena dal milanese Teatro Dell’Elfo, un cartoon teatrale. Definizione quanto mai azzeccata in quanto la parte narrativa - molto liberamente tratta da Alice nel paese delle meraviglie (Alice's Adventures in Wonderland, 1865) e Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò (Through the Looking Glass and What Alice Found There, 1871), entrambi dello reverendo, scrittore, matematico e fotografo Charles Lutwidge Dodgson, noto con lo pseudonimo di Lewis Carroll (1832 – 1898) – forniscono solo un canovaccio che guida le varie parti della proposta senza avere alcuna pretesa di ricavarne un discorso interpretativo o un’ipotesi di lettura dei due volumi.
Il vero pregio dello spettacolo è nella lunga serie di acquarelli coloratissimi dipinti da Ferdinando Bruni e animati da Francesco Frongia. Immagini che funzionano come una scenografia vera e propria che accompagna le peripezie della bambina interpretata da Elena Russo Arman nel corso delle quali incontriamo il Cappellaio Matto, il gatto del Cheshire, il coniglio bianco, la lepre marzolina e il bruco parlante. E’ questo dato positivo a caratterizzare uno spettacolo che, più che sui contenuti o una lettura particolare dei due libri, vive sui colori e le invenzioni degli animatori. Una sorta di sogno coloratissimo e fantastico da gustarsi più con gli occhi che con qualsiasi altro senso. In altre parole uno spettacolo di difficile definizione, ma capace di fare della fantasia e delle immagini fantastiche il vero motore dell’interesse dello spettatore.