La commedia di Luigi Pirandello (1867 – 1936) Il berretto a sonagli riecheggia i temi trattati dall’autore in due novelle: La verità (1912) e Certi obblighi (1912). Il copione fu scritto nell'agosto 1916, in lingua siciliana destinato all’attore Angelo Musco con il titolo A birritta cu' i ciancianeddi ed uno dei testi che indussero Antonio Gramsci (1891 – 1937), all’epoca critico teatrale del Grido del popolo e dell’edizione piemontese dell’Avanti! a valutare il commediografo come un ottimo autore dialettale.
La prima versione del copione fu messa in scena dalla compagnia di Angelo Musco al Teatro Nazionale nel giugno del 1917 e la cosa avvenne non senza contrasti fra autore e interprete. Con il primo che reclamava la focalizzazione dei paradossi dell'esistenza, mentre l'altro, abituato a rappresentazioni brillanti, ne sottolineava l’aspetto comico. Sebastiano Lo Monaco in veste di regista e interprete ha avuto la bella idea di privilegiare questo secondo momento, restituendo a un testo tradizionalmente presentato in maniera seriosa, una verve ironica che spesso rasenta la farsa. In questo modo il dramma dello scrivano Ciampa, la cui moglie è l’amante del padrone dell’ufficio in cui lavora e che la moglie dello stesso utilizza per tendere una trappola al marito, diventa una figura in cui il tragico si mescola al comico. E’ una scelta decisamente inusuale e intelligente che approda ad una lettura originale del copione restituendogli modernità. Un modo di affrontare il grande teatrante siciliano che trova il favore del pubblico offrendogli un approccio nuovo e ricco di riferimenti all’oggi, primo fra tutti lo scarto che segna ogni nostra azione fra realtà e lettura fattane dagli altri. Un tema importante che coinvolge sia il sentire profondo di ogni essere umano, sia le forme che assume agli occhi di chi ci circonda e condiziona.