Giorgio Gallione è partito da tre racconti di Stefano Benni: Orlando Furioso d’amore, comparso nel libro La grammatica di Dio (2007), Sigismondo e Vittorina, ribattezzato Dante e Beatrice, presente nel volume Bar Sport Duemila (1997) e Balena Charlotte, che compare con il titolo Storia della strega Charlotte in Cari Mostri (2015).
Racconti affidati alla voce di Rosanna Naddeo che li declina dall’alto di una costruzione a forma di grande vestito posta al centro della platea, svuotata dalle poltrone e con gli spettatori che trovano spezio sul palcoscenico. Nulla più che una letture di brani letterari? Non è così, in primo luogo la scelta delle singole storie mette in luce la caratteristica saliente del lavoro dello scrittore: il coniugare realismo e pennellate di surrealismo. In questo il racconto dei due pensionati affamati che decidono, all’insaputa l’uno dell’altra, di darsi una botta di vita arrostendo il pappagallo cubano che costituisce l’unica ricchezza dell’uomo, è un piccolo gioiello di stile benniniano, con il confluite del realismo - tutta la parte dedicata inizialmente alla descrizione delle condizioni di vita nel grande, miserabile condominio popolare – con le notazioni surreali legate all’uccello parlante e rivoluzionario. Il medesimo meccanismo funziona nella parodia dell’Orlando Furioso ove la pazzia del paladino guerriero è adattata al furore del camionista abbandonato dalla compagna, l’unica in grado di sopportare - per semi sordità - il suo terribile russare. Giorgio Gallione ha dimostrato di saper cogliere le molteplici componenti di una scrittura capace di coniugare alto e basso, riferimenti colti e componenti plebee. Uno spettacolo complesso oltre l’apparente semplicità dei testi.