Lo svedese (1944) Lars Norén scrisse Demoni nel 1982 e il testo ottenne un grande successo internazionale nelle stagioni 1983 – 84. Il copione arriva ora in una coproduzione fra il Teatro Stabile di Genova e la francese Comédie de Caen, con la regia affidata al franco - argentino Marcial Di Fonzo Bo che è anche uno degli interpreti e ha diretto un film tratto da questo testo, opera di cui diamo un estratto a piè di pagina.
Una coppia matura e benestante, senza figli, chiusa in una routine in cui varie componenti sessuali hanno preso il posto dell’amore iniziale, riceve un’altra copia più giovane, vicini di casa dei primi, e con un figlio. Le tensioni fra i due vecchi si traferiscono rapidamente ai ragazzi contagiandoli anche sessualmente. Il maschio giovane svela alla matura vicina di averla sempre desiderata, mentre il maturo marito, che prova una certa attrazione verso la moglie giovane, dichiara al ragazzo il suo desiderio di omosessualità e tenta di farne il suo amante. Quello che si sviluppa davanti agli occhi degli spettatori è un conflitto torbido fra due persone che un tempo si amavano e oggi convivono a malapena senza riuscire a separarsi. Una situazione che ricorda altri autori nordici, non a caso la nota di sala cita August Strindberg (1849 – 1912) e Ingmar Bergman (1918 – 2007). Tuttavia, a differenza di quei grandi artisti, qui la torbida atmosfera di coppia è costruita, anziché su un’apparente normalità, su un diluvio di parole del gatto in qualche caso decisamente datate (chi dice ancora chiavare invece di scopare?). Ne risulta, assieme ad alcune blande scene di nudo, una provocazione più di pancia che di testa con una decisa preminenza della voglia di sorprendere i borghesi, come si diceva un tempo. Solo che ora questi giochetti non allarmano più nessuno né inducono a una riflessione che potrebbe essere davvero interessante. In poche parole un’occasione sostanzialmente mancata.