Il drammaturgo francese Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux (1688 – 1763) scrisse l’opera teatrale Le Triomphe de Plutus (Il trionfo di Plutone) nel 1728. Vi si narra lo scontro fra il dio della ricchezza e quello della creatività, Apollo, per le grazie della bella Aminta.
La donna è fidanzata con il secondo ma cede rapidamente e con gioia a gioielli, zecchini e banconote di cui la ricopre il primo. Beppe Novello ha ripreso quel testo, poco rappresentato sia in Italia sia in Francia, ribattezzandolo Il Trionfo de Dio Denaro con una libertà di traduzione che bene coglie l’essenza e la modernità del copione. Lo spettacolo che né nato - irriverente nei confronti della filologia del testo, profondamente coerente con il suo spirito - alterna recitazione e canto, suggestioni realistiche ad elementi scenici simbolici. E’ una proposta ad alto gradimento da parte del pubblico e suggestiva per i rimandi con l’attualità. La vittoria della ricchezza sulla fantasia e l’intelligenza è un dato che non si applica solo alla realtà settecentesca o alla corte di Luigi XV, ma riguarda anche i nostri giorni. La lettura proposta dalla regia ed efficacemente sorretta dall’impegno di un gruppo di attori straordinariamente espressivi e coerenti mette a fuoco la preminenza del denaro su ogni altra che è cosa trasforma in merce, reificata direbbe Carlo Marx (1818 – 1883), rendendola valutabile solo attraverso il suo prezzo. In poche parole uno spettacolo fra i migliori di quelli della stagione in corso e un esempio di come si possano e debbano usare i classici quali mezzi per comprendere meglio l’oggi.