Il testo comico – satirico Le Prénom (Il nome, 2010) dei commediografi e sceneggiatori francesi Alexandre de La Patellière (1971) e Matthieu Delaporte (1971) è all’origine di un paio di film: A cena fra amici (Le Prénom, 2012), diretto dagli stessi autori che ha ottenuto, in patria, ottimi incassi con i due coprotagonisti (Guillaume de Tonquédec e Valérie Benguigui) coronati da Premi César, e Il nome del figlio (2015), firmato da Francesca Archibugi e interpretato, fra gli altri, da Alessandro Gassman.
Alla stesa fonte si è rifatto Antonio Zavatteri, in veste di regista, per uno spettacolo, Le prénom (Cena tra amici), che segue fedelmente il testo di partenza, compresa la libertà di riassumere all’inizio e concludere oralmente alla fine la storia dei personaggi. Questi ultimi sono fratello e sorella con i rispettivi coniugi e un amico di lunga data. Tutti appartengono alla borghesia intellettuale medio alta: fratello e sorella recitano il ruolo di un agente immobiliare di successo e di una scrittrice in difficoltà familiari, i coniugi sono un professore della Sorbona e una manager in carriera. Il quinto personaggio è un orchestrale sinfonico che gli altri sospettano essere omosessuale. Si ritrovano per una cena africana in casa della coppia intellettuale e qui il fratello di successo (economico) annuncia la prossima nascita di un figlio a cui lui e la moglie hanno deciso di mettere nome Adolf (nella versione cinematografica italiana: Benito). Apriti cielo, gli altri, tutti più o meno apertamente di sinistra, insorgono dando vita ad un conflitto che coinvolgerà progressivamente vecchi rancori, rivelazioni inaspettate, conflitti nascosti dalla buone maniere. E’ una commedia di impatto sociale forte e intelligente che Francesca Archibugi, per esempio, ha utilizzato per uno sferzante ritratto della sinistra - casimire e di quel mondo progressista a parole e conservatore nei fatti. Nello spettacolo di cui stiamo riferendo la regia ha preferito mettere da parte ogni lettura di secondo grado, affidando ad una pattuglia di ottimi giovani attori, tutti con alle spalle la Scuola della Stabile di Genova, una proposta il cui asse ruota attorno alla comicità delle situazioni più che alle incongruenze dei personaggi.