Oscar (Fingal O'Flahertie Wills) Wilde (1854 – 1900) è passato alle cronache per le stravaganze nell’abbigliamento e gli aforismi sferzanti sulla società britannica dell’epoca. Cronache che volsero al tragico quando lo scrittore subì una condanna a due anni di lavori forzati (1895 – 97), come conseguenza dell’accusa di omosessualità emersa dalla causa che aveva intentato al marchese di Queensberry, padre del poeta Alfred Douglas (1870 – 1945) con cui il drammaturgo aveva una relazione.
Un marito ideale (An Ideal Husband) è stato composto proprio nell’anno della condanna, stagione in cui vide la luce anche quello che è universalmente considerato il capolavoro dello scrittore: L'importanza di chiamarsi Ernesto (The Importance of Being Earnest). Di tutto questo ci sono poche tracce nella messa in scena proposta da Roberto Valerio che ha preferito dare evidenza al meccanismo comico – ironico del copione, ricavandone uno spettacolo dai ritmi serrati che gioca più sulle movenze degli attori che sugli echi con il presente o sui rapporti con la realtà sociale ed economica del tempo. Un politico in carriera vede il suo futuro messo in forse dal ricatto di un’avventuriera che gli impone di patrocinare una speculazione finanziaria su un non meglio precisato canale americano. Se non lo farà la donna renderà pubblica una lettera compromettente inviata al marito, un nobile austriaco ora deceduto, che svela, molti anni prima, la vendita di un segreto di stato a un gruppo di speculatori, cessione che è alla base delle fortune economiche del politico. Dopo varie scaramucce e alcuno balletti, in senso letterale, fra i protagonisti ogni cosa si accomoda: il promettente sottosegretario può ascendere ancora più in alto e l’avventuriera si accontenta di un nuovo matrimonio. La figura centrale del disegno, più che quella del giovane politico è quella di Lord Goring, in cui il drammaturgo ha disegnato una sorta di autoritratto. Nello spettacolo di cui stiamo riferendo questo ruolo è ricoperto con bravura e atletismo da uno straordinario Pietro Buontempo.