Nel pieno rispetto di un’ormai consolidata tradizione, anche la stagione 2014/15 del Teatro della Tosse si conclude con uno spettacolo nel cuore del centro storico genovese, a due passi dalla sede che ha ospitato durante l’anno i titoli del lungo cartellone. Pinocchio Circus, ideato dal direttore artistico Amedeo Romeo e dal regista Emanuele Conte, ripropone la struttura a stazioni nel contesto dei Giardini Luzzati, disseminati per l’occasione di luci, tendoni e scenografie.
Come nel precedente Scacco Matto, si viaggia in libertà nell’immaginario letterario (e non solo). Al centro vi è stavolta il celebre romanzo di Carlo Collodi (1826 – 1890), datato 1881. Classico senza tempo, Le avventure di Pinocchio è opera complessa e geniale, nella quale allegoria, racconto di formazione, favola e satira del serioso Ottocento si fondono nel viaggio imprevedibile del burattino protagonista. Agli autori però, più che simbolo e ammonimento pedagogico, interessano soprattutto suggestione e magia. Così, il circo del titolo diventa lo scenario unico dell’intera messinscena. Il mondo collodiano si è fatto spettacolo e i personaggi del libro si sono trasformati in attrazioni, in numeri di un evento circense a cui il pubblico assiste con il naso all’insù, proprio come i bimbi nel Gran Teatro dei Burattini o in una piazza gremita in epoche lontane. Opportunamente ridisegnati e agli ordini di un imbonitore con frustino, ci sono tutti: il Grillo Parlante con mamma ansiosa, Mangiafoco senza la u, l’Omino di Burro con il casco, una Fata Turchina felliniana, il Gatto e la Volpe in crisi di credibilità, la Colomba acrobata, Rosaura tra le bolle di sapone, Lucignolo ingabbiato, i Carabinieri sui trampoli e naturalmente Pinocchio, alle prese con il pupazzo triste di Geppetto. Ognuno di loro ha una storia, che può durare il tempo di uno scherzo o di una canzone, per poi richiudersi in un quadretto di malinconica semplicità. Ognuno di loro accoglie lo spettatore dall’alto del suo palco solitario, intrattenendolo in un incontro fugace. Tra piccoli trucchi, citazioni e attimi di tenerezza, la serata teatrale scorre piacevole nella calura estiva, regalando pezzi di buon intrattenimento (davvero notevole e commovente l’episodio nel ventre del Pescecane) e restituendo ancora una volta quel senso di familiarità e complicità giocosa ben noto ai frequentatori della Tosse. Ottimi attori, con una menzione speciale per Pietro Fabbri, bravissimo nel ruolo di Pinocchio.