Pietro Grasso è stato un ottimo magistrato che sa servito la giustizia a Palermo e nella Direzione Antimafia. Ha fatto ugualmente bene come presidente del Senato, carica che ricopre tutt’ora. Dalla sua esperienza ha tratto cinque volumi, dall’ultimo dei quali [Liberi tutti. Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia (2012)] Margherita Rubino e Francesco Niccolini hanno ricavato lo spettacolo teatrale Dopo il silenzio.
E’ il ricordo di una lunga serie di vittime della mafia i cui volti compaiono sullo sfondo della scena evocati da tre personaggi che attendono nell’anticamera di uno studio medico: un giudice, sua maglie e un giovane delinquente che irrompe nella stanza con gravi sintoni di malattia. I tre intrecciano un dialogo che contrappone il magistrato e la moglie al mafioso che, risulterà alla fine, è morente causa una ferita inflittagli da altri criminali. E’ appena un pretesto per ripercorre fatti tragici e noti della violenza mafiosa e, anche e nulla esula da ciò che già conosciamo, ha il compito, utile e funzionale, di ricordare i crimini di quel vero e proprio cancro sociale che è la delinquenza organizzata di stampo mafioso. Come dire che è uno spettacolo non nuovo, ma socialmente utile.