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Scacco Matto Scacco Matto Hot

Scacco Matto

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Scacco Matto
Autore
Emanuele Conte e Amedeo Romeo
Interpreti
Alessandro Bergallo, Amedeo Romeo, Aldo Ottobrino, Nicholas Brandon, Enrico Campanati, Sara Cianfriglia, Pietro Fabbri, Susanna Gozzetti, Lisa Galantini, Federico Sirianni, Rita Falcone.
Scene
Luigi Ferrando
Luci
Danilo Deiana
Compagnia
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse

Battere la morte, neutralizzarne il potere attraverso l’affabulazione: sono questi due temi centrali nella letteratura mondiale, rinvenibili in molte delle opere sulle quali si innervano culture e immaginari diversissimi, lontani nel tempo e nello spazio. Basti pensare a Le Mille e una notte, con la furba Sherazade che placa la crudeltà omicida del re di Persia stregandolo con i suoi racconti notturni. Oppure, spostandosi nel mondo della celluloide, alla celebre partita a scacchi de Il settimo sigillo (1956) di Ingmar Bergman, giocata a più riprese dallo smunto cavaliere Antonius Blok e da una Morte impassibile e nerovestita.

Stupire muovendosi all’interno di tradizioni consolidate o lungo sentieri fin troppo noti è certamente difficile, ma non impossibile. Scacco Matto, nuovo tassello della felice storia delle produzioni estive del Teatro della Tosse, si presenta in questo senso come un fantasioso susseguirsi di echi teatrali, letterari, musicali e persino cinematografici che, con ogni probabilità, lascerà piacevolmente sorpreso il suo pubblico. Scritto a quattro mani dal regista Emanuele Conte con il drammaturgo (qui anche attore, nei panni dell’Autore) Amedeo Romeo, lo spettacolo è un percorso a tappe, ambientato in un tratto del centro storico genovese – i Giardini Luzzati, a pochi metri dalla Tosse – trasformato in spazio scenico, in luogo teatrale suddiviso in palchi corrispondenti, a loro volta, ai microcosmi dei personaggi. La cornice vede l’Autore incontrare la Morte (Alessandro Bergallo, con falce d’ordinanza) su una grande, simbolica scacchiera. Per lo scrittore sembra essere arrivata la fine: quando il Tristo Mietitore chiama, non c’è scusa che tenga, ma un’improvvisa alzata d’ingegno arresta momentaneamente la fine e rimanda la fatale dipartita dal mondo. Pirandellianamente, irrompono infatti gli Scacchi, figure in carne ed ossa, ognuna con una storia da raccontare per allontanare l’inevitabile. Tutto è rimandato, e il pubblico è chiamato a seguire, una dopo l’altra, le vicende di una tormentata famiglia reale, ricomponendo le singole istantanee in un affresco più ampio e intrecciando i sottili fili che legano la narrazione. Tra una stazione e l’altra ci si imbatte così in un re infelice (Aldo Ottobrino), in una regina-travestito (Nicholas Brandon), in due alfieri dediti al rispetto dei principi della politica e all’eresia (il cardinal Mazarino di Enrico Campanati e il vescovo donna di Sara Cianfriglia), nel cavallo scisso tra natura umana e animale (Pietro Fabbri) e in quello che avrebbe sempre voluto dedicarsi al ballo (Susanna Gozzetti), nella Torre di Babele (Federico Sirianni) che canta amore e sogno in più lingue e nell’insicura Torre di Pisa (Lisa Galantini) pronta per il lettino dell’analista, fino al pedone (Rita Falcone) uscito da Lewis Carroll e a quello nel cui costume si nasconde la Morte, felicissima di coinvolgere malignamente i malcapitati spettatori in una partita-recita. Tanti sono dunque i rimandi, tante sono le iconografie rievocate e ridisegnate, tanti sono i toni che si alternano in questo viaggio dalle atmosfere al contempo oniriche e buffonesche, sarcastiche e malinconiche, elettriche come le sporadiche esplosioni di nevrosi e delicate come le musiche e i canti che si perdono in alto, tra i tetti di Genova. Alla fine, ne scaturisce uno spettacolo divertente e sommamente suggestivo, la cui forza risiede proprio nell’irregolarità, nella varietà di storie, situazioni e registri, resi omogenei e fluidi da un abilissimo uso dello spazio (scene di Luigi Ferrando) e dalla bravura con cui il regista ha saputo sbozzare i personaggi, pedine di un irreale racconto spezzato, animate però da sentimenti e forze ben più che reali. Un plauso particolare, poi, va alla divertita truppa di attori e ai magnifici costumi di Bruno Cereseto, perfetta sintesi estetica dello spirito giocoso e fantastico che da sempre contraddistingue l’attività del Teatro della Tosse.

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Scacco Matto
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opinioni autore

 
Scacco Matto 2014-07-22 13:10:43 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    22 Luglio, 2014
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