Albert Camus (1913-1960) ha scritto Lo straniero tra il 1938 e il 1940, ma il libro fu pubblicato solo nel 1942. Vi si racconta la vicenda e il processo in cui incorre tale Meursault, un Pied - noir (francese d’Algeria) che ha ucciso un arabo. L'opera è divisa in due parti e racconta della vita di un impiegato in una casa di spedizioni di Algeri.
La vicenda prende il via con la morte di sua madre, ricoverata in un ospizio a fuori città. Lui va in quell’istituto per il funerale, ma non mostra alcuna emozione per la scomparsa della donna, anzi rifiuta di vederne le spoglie. Nei giorni seguenti inizia una relazione con una donna di nome Maria, sua ex collega di ufficio, conosciuta in spiaggia. Fa amicizia con un ambiguo vicino di casa, Raymond Synthès, un magnaccia in urto con i parenti di un’algerina che ha ripetutamente picchiato. Una domenica lui, la ragazza e l’amico vanno al mare, qui s’imbattono in un gruppo di arabi armati di coltello, fra di loro c'è anche un fratello della donna maltrattata dal prossenneta. Meursault spara ad uno di loro e scarica il resto dei colpi sul cadavere. La seconda parte ruota attorno al processo per omicidio cui è sottoposto. Qui la sua indifferenza al mondo si trasforma in un capo d’accusa che lo porta alla condanna a morte. Poco prima di salire sul patibolo si scaglia violentemente contro il prete che gli parla di Dio e lo invita a confidare nella Sua misericordia. C’è in questa estraneità a qualsiasi cosa – dalla morte ai sentimenti e alle reazioni emotive – un annuncio di ciò che farà di quest’autore uno dei primi filosofi esistenzialisti, meglio anarco – esistenzialisti. Diversamente da quanto fatto da Luchino Visconti che, nel 1967, trasse da questo libro un film interpretato da Marcello Mastroianni, il regista Franco Però punta più sulla rabbia di cui è preda il protagonista che non sul disgusto per il mondo. Ne nasce uno spettacolo che, oltre ad una magnifica interpretazione da parte dei quattro attori, rende contemporaneo un atteggiamento che, oggi, non è più d’estraneità al reale, quanto d’indignazione per come è fatto il mondo. Interessante e originale.