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Non è quel che sembra Non è quel che sembra Hot

Non è quel che sembra

Cast, Crew, Infos - Teatro

Titolo originale
Non è quel che sembra
Autore
Virginio Liberti
Interpreti
Tommaso Taddei.
Luci
Antonella Colella
Compagnia
GOGMAGOG con il sostegno di Regione Toscana – Sistema Regionale dello Spettacolo

La crudeltà della politica come sangue e merda teorizzata dell’indimenticato Rino Formica trova nel primo atto di Non è quel che sembra una distorta e paradossale personificazione. Nel silenzio del palco compare un distinto politicante dall’eloquio sciolto ma perentorio, pochi gesti secchi a sottolineare frasi di buonsenso e un sorriso perenne, come inciso da un bisturi sulla carne viva. Slogan, elogi delle disuguaglianze (leggansi individualità) e autocelebrazioni si susseguono senza soluzione di continuità.

Pare un renziano, a metà tra il venditore spumeggiante e l’avanzo di sacrestia. Il tempo di togliersi la giacca e sedersi, però, e il quadro cambia. L’uomo inizia a rievocare il proprio passato e a emergere, in un crescendo incontrollabile, è l’orrore più raccapricciante. Dietro alla sorridente gommosità di quel volto si nasconde infatti un serial killer cannibale, tormentato dalla voce del fantasma materno, che da anni lo spinge a procacciarsi vittime delle quali beve il sangue con la golosità e il rispetto di un entusiasta e meticoloso sommelier. Poi, all’apice del delirio, l’allucinazione si interrompe. Un’esplosione di disco-music e violentissime luci intermittenti introducono un nuovo personaggio, seduto sul proscenio. E’ sfatto e spettinato, indossa un’improbabile giacchetta aperta sul petto nudo e mutande con teschio in bella vista. Con fare riluttante racconta la sua storia, anch’essa lastricata di cadaveri. Li rimorchia nei locali gay, li ammazza protetto dall’oscurità, talvolta li consegna su richiesta a qualche amico trafficante. Per lui la notte non è che un grande mattatoio a cielo aperto. La banalità del suo hobby omicida non può che esaurirsi in una presa d’atto indifferente delle bestialità commesse, in una sospensione. Suddiviso in due monologhi brevi e mozzafiato, lo spettacolo scritto e diretto da Virginio Liberti è dunque un’ambiziosissima ricognizione nel male nascosto tra le pieghe della nostra società. Il tentativo di sintesi di un presente fondato sulla sopraffazione e sul vuoto ideale ed esistenziale è affidato esclusivamente a una parola in grado di superare la stasi voluta della messinscena grazie all’accumulo di atrocità e immagini di morte. I due racconti sono viaggi nell’ossessione, tra il ghigno e il brivido. Verrebbe quasi da scomodare la gratuità esistenzialista, tinta in questo caso del sangue indistinto di vittime ridotte a prodotto di consumo: l’immediatezza dell’immaginario splatter ridimensiona il dramma, elimina di fatto il conflitto, riduce il gesto peggiore ad atto fine a se stesso all’interno di un generale galleggiamento nel pantano oscuro della contemporaneità. La violenza dei due assassini si delinea perciò come pura reazione, agire meccanico, sfogo necessario di un malessere psichico incurabile o soddisfacimento momentaneo di un bisogno di emozioni forti. Così come la simbolica doppia vita del politico è pura manifestazione patologica, il quotidiano macabro a encefalogramma piatto del seduttore discotecaro è dominato da una noia rassegnata priva di comprensione e riflessione eccessive: niente di più lontano dalla grandezza della tragedia o dalla nobiltà dolorosa dello spleen. Il mondo gronda sangue e l’orrore celato dietro le apparenze più rassicuranti si svela in tutta la sua banale follia - o folle banalità – solo all’ultimo, quando è ormai troppo tardi. Il personaggio uccide indisturbato e predatorio, lo spettatore – a suo modo – va con lui al massacro. Questa prospettiva degradata, questo squallore raggelato e raggelante della scrittura drammaturgica ha in Tommaso Taddei un interprete straordinario, capace di tenere sulla corda il pubblico costringendolo di volta in volta a sghignazzare o a ritrarsi con disagio. Perfetto nel doppio ruolo, l’attore toscano prende a calci denti e sicurezze, costruendo con grande abilità un clima di inquietudine a tratti davvero destabilizzante. Il suo tour de force recitativo merita di essere visto.

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opinioni autore

 
Non è quel che sembra 2014-02-21 19:54:14 Umberto Rossi
Giudizio complessivo 
 
8.0
Opinione inserita da Umberto Rossi    21 Febbraio, 2014
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