I casi di testi letterari o cinematografici trasformati in spettacoli a forte presenza di musiche e balli non sono pochi. Tuttavia, non ricordiamo un esempio di utilizzo di un copione goldoniano quale canovaccio di una proposta di questo tipo. E’ capitato al drammaturgo inglese Richard Bean (1956) che ha tratto Servo per due (One Man, Two Guvnors, 2011) da Il servitore di due padroni, testo scritto da Carlo Goldoni (1707 – 1793) nel1745.
Questo spettacolo approda ora sui palcoscenici italiani nella versione curata da Pierfrancesco Favino, responsabile della regia con Paolo Sassanelli, Marit Nissen, Simonetta Solder. La scena è quella di una Rimini colta nel 1933, in pieno regime fascista. Qui l’Arlecchino servitore di due padroni (1947) immaginato da Giorgio Strehler (1921 – 1997) diventa Pippo, un povero disoccupato ossessionato dalla fame. L’occasione di mettersi al servizio di due padroni, con relativo doppio stipendio, è per lui troppo ghiotta per rinunciarvi. Da qui una sarabanda di equivoci, scambi di persona, siparietti e situazioni ingarbugliate che coinvolgono, soprattutto, servitù e camerieri di un ristorante in cui di due borghesi vanno a pranzare in contemporanea, credendo ciascuno di essere il solo datore di lavoro del servo affamato. In questa girandola di eventi risalta la comicità atletica di Ugo Dighero, capace di rendere irresistibile un cameriere anziano e tremolante. Di rilievo anche la parte musicale affidata a un quartetto (Luca Pirozzi, Luca Giacomelli, Raffaele Toninelli, Emanuele Pellegrini) abilissimo sia nell’esecuzioni di canzoni d’epoca, sia nella mimica. Importante anche il contributo degli attori che compongono la compagnia, molti dei quali legati al Gruppo Danny Rose e protagonisti di numerosi laboratori teatrali. L’idea che sorregge l’intera trasposizione è quella che equipara il servitore settecentesco – affamato e disposto a qualsiasi astuzia pur di strappare qualche soldo ai borghesi emergenti – al miserabile disoccupato dei giorni nostri. Un’idea tutt’altro che peregrina proposta in un confezione, attoriale e scenica, di grandissimo livello.